La lettura dei grandi numeri, vale a dire la tecnologia sempre più diffusa che sfrutta i big data, è entrata anche in sala operatoria e consente al chirurgo di ricreare modellini 3D dell’apparato respiratorio nasale del paziente.
Una chirurgia nasale accurata e mininvasiva, basata sulle specifiche caratteristiche della patologia e dell’anatomia del paziente. Sono questi alcuni dei vantaggi offerti dall’uso delle nuove tecnologie anche nella chirurgia per le rino-sinusiti croniche.
“Conoscere il flusso respiratorio del paziente è fondamentale per intervenire con precisione nel caso di ostruzioni nasali per capirne la sede e l’entità”, spiega il professor Stefano Di Girolamo, ordinario e responsabile di Otorinolaringoiatria del Policlinico Tor Vergata.
Nel volume curato dal professor Di Girolamo, pubblicato dalla Springer, si analizza la letteratura pubblicata sul tema dal 2008 al 2020. Su 357 articoli scientifici, 50 erano focalizzati sulle ultime tecnologie usate per l’analisi computerizzata del flusso. Gli ultimi software realizzati infatti consentono di costruire un modello tridimensionale delle fosse nasali del paziente e studiarne i flussi.
“In questo modo è possibile paragonare e sondare diversi tipi di intervento in maniera virtuale, in grado di prevedere il miglior risultato”, commenta Di Girolamo. “La tecnica è incoraggiante. L’utilizzo potrebbe aiutare lo specialista che vuole eseguire una chirurgia modellata sul paziente. In più potrebbe essere usata per l’insegnamento a giovani chirurghi.
Obiettivo della ricerca è quello di realizzare un modello che sfrutti l’analisi computerizzata del flusso. È una sfida fondamentale per valutare l’efficacia dei farmaci. In futuro sarà auspicabile creare un archivio di big data con cui realizzare una rete al fine di fornire rapidamente una soluzione in grado di semplificare il processo decisionale.
“Va detto – commenta lo specialista – che l’uso dei big data è ancora ostacolato da alcuni fattori: disponibilità ed accuratezza delle indagini radiologiche e l’aiuto di esperti informatici per usare la tecnologia che sfrutta i big data.Caso per caso queste variabili sono differenti e fanno parte della buona riuscita del risultato finale. Il fattore umano rimane comunque indispensabile, almeno per adesso”.