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Stress agonistico, lo psichiatra: “Prandelli si è fermato in tempo”

 Dal 9 novembre 2020 al 23 marzo 2021: quattro mesi e mezzo di passione, grande impegno e coinvolgimento emotivo per Cesare Prandelli, il tecnico viola (ormai ex dopo le sue dimissioni) innamorato della Fiorentina. Purtroppo, l’impresa di rivitalizzare una squadra apparsa spenta con Beppe Iachini (al quale va però il merito della salvezza nella stagione precedente, dopo il disastroso avvio sotto la gestione Montella) non è riuscita a Prandelli alla sua seconda avventura a Firenze. Forse proprio la grande passione e l’amore per la città e la sua squadra, hanno tradito un tecnico preparato e umanamente di grande spessore come conferma anche la splendida lettera con cui spiega la sua decisione.

Il più vincente in viola

Come detto, per Cesare Prandelli quella appena conclusa è stata la seconda esperienza sulla panchina viola, in un percorso brillantissimo dal 2005 al 2010; e poi i sofferti quattro mesi e mezzo alla guida di una squadra assai traballante senza riuscire a tirarla fuori definitivamente dalle secche della lotta. Nel complesso, però, Prandelli è l’allenatore più vincente della storia viola in termini di partite vinte; in gare ufficiali, come ci ricordano i dati forniti da Mauro Moschini del Museo Fiorentina: 261 partite sulla panchina gigliata e 123 vittorie. Per quanto riguarda il solo campionato su 210 partite ha ottenuto 101 vittorie (Fulvio Bernardini, il tecnico del primo scudetto, si è fermato a 89)

2005-2010, gli anni d’oro

Sulla panchina viola, dal 2005 al 2010, ha ottenuto ottimi risultati portando la squadra nel grande palcoscenico europeo. Molto buono il suo rendimento in campionato (con la perla della qualificazione europea nonostante una pesante penalizzazione per Calciopoli), brillante in campo internazionale con alcune partite entrate nella storia come il successo in casa del Psv Eindhoven (con Mutu come mattatore) e il doppio successo sul Liverpool, con vittorie al “Franchi”  (doppietta di Jovetic) e ad Anfield Road (Jorgensen e Gilardino). In Coppa Uefa sfiora la finale (obiettivo fallito ai rigori contro i Rangers di Glasgow). In Champions League i viola guidati da Prandelli vengono eliminati dal Bayern per una palese ingiustizia (il famoso gol in fuorigioco di Klose a Monaco). Va ricordato che è con la Fiorentina brillante e “propositiva” di Prandelli che Luca Toni vince la Scarpa d’Oro come miglior goleador europeo nel 2005-06. 

2020-21: il bis non riuscito

Decisamente peggio, come detto, il cammino (asssai breve) di questa 

seconda volta cominciata il 9 novembre dopo l’esonero di Iachini e dopo il pareggio a Parma per 0-0. I viola, in quel momento, avevano 8 punti in sette partite ed erano dodicesimi. Anche in questo caso il cambio di allenatore arriva dopo la sosta. Alla sua prima gara la Fiorentina di Prandelli stecca subito perdendo in casa con il Benevento. La squadra non migliora, anzi, la classifica si fa semtre più pesante e dopo tre sconfitte e quattro pareggi, arriva l’impresa più impensata: il 3-0 sulla Juve in casa dei bianconeri. Poi ancora sconfitte (un pesantissimo 6-0 a Napoli), qualche pareggio e poche vittorie (sul Cagliari, il Crotone, lo Spezia, a Benevento): in tutto solo 5 su 21 gare della gestione Prandelli. Il tutto con lo stress del tifoso che è coinvolto emotivamente. La sua gestione è contrassegnata dall’esplosione di Vlahovic,  dal recupero di  Eysseric e negli ultimi tempi, da qualche miglioramento sul piano del gioco. Ma anche dalla misteriosa sparizione dai radar viola di Callejon (impiegato pochissimo) e da scelte sui cambi non sempre felici, al di là delle voci (smentite) di qualche mal di pancia nello spogliatoio.

Resta, comunque, un allenatore che ha scritto pagine belle ed emozionanti della storia viola, un ottimo tecnico e una grande persona, innamorato di Firenze (dove ha scelto di vivere) e sempre nei cuori viola.

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