Bilancia e metro

Sanità, nasce Dama: Un’approccio diverso ai disturbi alimentari

Nell’anno della decima Giornata del Fiocchetto Lilla, il Centro Heta e l’Associazione Fort-Da hanno dato vita a Dama, una rete di comunicazione, studio e trattamento dei disturbi dell’alimentazione di orientamento psicoanalitico.

Il gruppo di lavoro ha alla base la psicoanalisi e orienta la sua politica e la sua clinica a partire dall’etica. Esso sorge dalla necessità di affiancare adeguatamente gli individui durante il duro percorso di superamento della di ciò che, generalizzando, si definisce disturbo alimentare. Un problema che troppo spesso si affronta in maniera superficiale.

L’impostazione etica di Dama (Disturbi Alimentari Movimento Analitico), è ispirata ai principi dell’approccio psicoanalitico “freudiano e lacaniano”. Essa si fonda sull’irripetibilità dell’individuo e sull’impossibilità di comprendere il disagio di un soggetto solo in base al sintomo del suo malessere. Infatti, come ogni sofferenza anche quella legata al disturbo alimentare non trova soluzione nella mera soppressione del sintomo. Spesso la retorica semplicistica su questi fenomeni non fa che favorirne la conversione in altre declinazioni. Di conseguenza vengono totalmente ignorate le istanze soggettive che lo ingenerano.

Gli obiettivi

Dama è frutto di un lungo interesse dimostrato da Heta e Fort-Da in anni di ricerche integrate nei diversi circuiti nazionali e locali. Il progetto nasce con l’intenzione di indicare “una direzione netta, etica e clinica” di fronte “alle derive” prese dal discorso sul disagio psichico connesso ai disturbi alimentari. Per derive, come spiegano i responsabili di Dama, si intende l’accomodamento che gran parte del discorso analitico ha preso. Tutto ciò ammiccando a logiche di potere e finendo così per perdere di vista la necessità di essere sempre dissonanti rispetto al discorso dominante.

Questo è ciò che affermano Giuliana Capannelli, Federico Paino e Luciana Madaio. Essi ci dicono anche che, al tempo stesso, acconsentire all’idea della felicità e della salute come principi orientativi della cura non fa che appiattire la psicoanalisi su una qualsiasi psicoterapia del benessere. “Non abbiamo alcun bisogno di ciò e, in linea con Freud e Lacan, ci opponiamo decisamente“, concludono.

Al progetto possono aderire enti privati e pubblici, operatori singoli ed equipe che si riconoscano nei dettami etici e clinici dell’orientamento psicoanalitico.

About Ilaria Atzei

Mi chiamo Ilaria e frequento l'ultimo anno della triennale di Beni Culturali e Spettacolo dell'Università di Cagliari.

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