Sarà firmato a breve dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili il decreto ministeriale che assegna 1 miliardi e 150 milioni di euro.
Il fondo di 1 miliardi di euro per la messa in sicurezza dei ponti e viadotti esistenti e la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli esistenti.
Ieri la Conferenza Stato-Città ha dato il suo via libera al decreto per la ripartizione e l’utilizzo delle risorse . Queste arrivano dal Fondo istituito dal decreto Agosto presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti . Incrementato dalla Legge di Bilancio 2021.
Tra gli interventi ammessi, il monitoraggio anche tecnologico degli elementi strutturali. L’adeguamento delle barriere di sicurezza. Il rafforzamento dei piloni e altre misure antisismiche o di protezione dal rischio idrogeologico. Nella manutenzione straordinaria rientrano anche le opere di demolizione e ricostruzione.
Le risorse sono state ripartite tra le Province e Città metropolitane secondo criteri oggettivi, predisposti dalle strutture tecniche del Ministero e condivisi con Anci. Tengono conto delle caratteristiche fisiche e geomorfologiche della rete stradale. Anche delle azioni antropiche, sismiche, idrogeologiche alle quali sono sottoposte le strutture.
Ponti e viadotti: 1,15 miliardi per manutenzione straordinaria
Con l’approvazione del decreto (che sarà registrato dalla Corte dei Conti prima della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale) gli enti locali possono già predisporre i piani operativi di intervento all’interno dei loro bilanci.
“La dotazione di 1,150 miliardi per il triennio 2021-2023 dovrà essere impiegata per aumentare il grado di sicurezza e di fruibilità di ponti e viadotti sulla rete stradale gestita da Province e Città metropolitane, che rappresenta oltre l’80% della viabilità extra urbana del Paese”,
“Il provvedimento fa parte di una strategia complessiva più ampia e sistemica per aumentare la sicurezza delle infrastrutture a beneficio di tutti gli utenti. Ulteriori risorse potranno essere reperite con la nuova programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione” – conclude il Ministro.
Il decreto – spiega la nota del MIMS – si inserisce in un programma più ampio di interventi per la manutenzione straordinaria della rete viaria secondaria. Nel complesso Province e Città metropolitane hanno infatti a disposizione finanziamenti di oltre 2,5 miliardi di euro per il solo triennio 2021-2023, poiché con precedenti provvedimenti sono già stati assegnati circa 1,4 miliardi.
Considerando le assegnazioni per area geografica, il decreto ripartisce circa 440 milioni a Province e Città metropolitane nel Nord Italia. 264 milioni agli enti del Centro . 446 milioni agli enti del Sud Italia. Risorse che – sottolinea il Ministero -, rispetto a quelle indirizzate alle grandi opere, possono produrre un più veloce ritorno in termini economici e occupazionali sui territori.
Le strutture tecniche del Ministero monitoreranno le attività dei soggetti attuatori per verificare il regolare sviluppo dei piani di intervento.
Province: ‘bene il criterio del rischio idrogeologico’
“Sono passati quattro anni dalla tragedia del Ponte Morandi, e all’indomani le Province hanno avviato da subito un monitoraggio sui 30.000 ponti in gestione. Ne risultò che per quasi 6.000 ponti servivano interventi urgenti di messa in sicurezza e che sul oltre 14.000 erano necessarie verifiche di sicurezza. Oggi, con questi nuovi fondi facciamo un importantissimo passo in avanti nella realizzazione di un vero e proprio Piano Nazionale di messa in sicurezza dei ponti e dei viadotti. Investire e farlo in fretta è l’unica azione concreta che si può fare per evitare nuovi casi-Genova”.
Lo ha detto il Presidente dell’Unione delle Province Italiane (UPI), Michele de Pascale, intervenendo nella riunione della Conferenza Stato Città.
“I progetti sui ponti – ha detto de Pascale – sono uno degli obiettivi di una sinergia strategica che abbiamo stretto con Cassa Depositi e Prestiti, che assisterà le strutture delle Province dalla progettazione all’appalto, con una diminuzione dei tempi stimata di almeno il 20%. Molto importante che tra i criteri per l’assegnazione dei fondi sia stato inserito il dissesto idrogeologico e il rischio frane e alluvioni”.
“Lo stesso criterio che chiediamo si ripeta nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza, dove devono essere individuate risorse per la messa in sicurezza della rete viaria provinciale, oltre 100 mila chilometri di strade, proprio rispetto alla missione dedicata al contrasto del dissesto idrogeologico. La fragilità del territorio, infatti, ha ripercussioni pesantissime sulla viabilità, costringendo noi amministratori a chiudere ponti o vie, e quindi ad isolare intere comunità con danni economici e sociali, per frane e smottamenti” – ha concluso de Pascale.