Dopo la ripresa della fiducia dei consumatori legata all’arrivo di Mario Draghi alla guida del paese, l’ottimismo delle famiglie si è spento. A marzo l’indice segna una nuova battuta d’arresto. Lo afferma il Codacons , commentando i dati diffusi dall’Istat.
“La situazione attuale continua ad avere ripercussioni sulla fiducia dei consumatori. Il caos vaccini che si registra nel nostro paese, i ritardi nel piano vaccinale e la ripresa dei contagi con numeri su positivi e decessi sono ancora altissimi. Affossano la fiducia delle famiglie, e nemmeno la presenza di Mario Draghi riesce a risollevare le aspettative dei consumatori”. Spiega il presidente Carlo Rienzi.
“Un dato quello sulla fiducia che avrà effetti sulla propensione alla spesa delle famiglie, già in costante calo a causa di limiti e divieti legati al Covid” – conclude Rienzi.
I dati Istat
A marzo l’Istat stima una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 101,4 a 100,9) e un aumento dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 93,3 a 93,9).
Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori, prosegue l’Istituto, sono in calo. Il clima economico e quello corrente registrano una diminuzione più accentuata (da 91,5 a 90,2 e da 97,3 a 96,7, rispettivamente). La riduzione, invece, è contenuta per il clima personale (da 104,7 a 104,5) e quello futuro (da 107,5 a 107,1).
Per quel che riguarda le imprese, si registra un miglioramento della fiducia nell’industria dove l’indice della manifattura e, soprattutto, quello delle costruzioni sono in deciso aumento (da 99,5 a 101,2 e da 141,9 a 147,9, rispettivamente). Invece, la fiducia scende nei servizi, soprattutto nel commercio al dettaglio: l’indice passa da 85,7 a 85,3 nei servizi di mercato e da 93,7 a 90,9 nel commercio.