Al secondo anno di pandemia l’Istat certifica in Italia il minimo storico delle nascite e il massimo storico dei decessi.
Parliamo di un drastico calo demografico che non si registrava da molti anni a questa parte. Una diminuzione importante di popolazione attribuibile sia al minimo storico delle nascite, sia al massimo storico dei decessi. A tracciare un bilancio di quello che sta accadendo sul fronte demografico in Italia è l’Istat che restituisce un quadro che rende bene l’idea della catastrofe che stiamo attraversando a causa del virus.
Mai così poche nascite si sono registrate dall’Unità di Italia a oggi. A voler quantificare il calo, si parla di un -3,8% di nuovi arrivi rispetto al 2019, con 404.104 nuovi bambini registrati all’anagrafe nel 2020. In numeri assoluti si tratta di circa 16mila neonati in meno. Sul fronte dei decessi, l’aumento è impressionante. Infatti abbiamo un +17,6% di morti rispetto al 2019. In termini assoluti sono 746.146 persone cancellate dall’anagrafe, vale a dire circa 112mila in più rispetto al 2019. Si tratta del numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra a oggi, con un incremento rispetto alla media 2015-2019 di oltre 100mila decessi (ovvero il +15,6%).
Ciò significa che, alla fine dello scorso anno, la popolazione residente in Italia misurava circa 384mila persone in meno rispetto all’inizio dell’anno. Quindi è molto probabile che la tendenza al ribasso demografico sia andata confermandosi nei primi mesi del 2021. Stando a quanto si legge nel rapporto Istat La dinamica demografica durante la pandemia Covid-19- anno 2020 (link) è “come se fosse sparita una città grande quanto Firenze“.
Per l’esattezza, il 31 dicembre 2020, la popolazione residente in Italia era a quota 59.257.566 persone, vale a dire 383.922 in meno rispetto all’inizio del 2020. Al declino di popolazione ha certamente contribuito in modo decisivo la diffusione del Coronavirus su larga scala con tutte le conseguenze che ne sono derivate, dalle restrizioni ai lockdown, dai contagi alle vittime. Va tenuto poi in considerazione il fatto che l’Italia è stato il primo Paese a certificare casi di Covid in tutta Europa.