I nuovi spazi verdi della cittadella universitaria di Monserrato saranno Impreziosita da due opere in granito donate dall’artista gavoese Luciano Zedda.
“L’ateneo non si è mai fermato. Questo giardino è un segno di vitalità, un nuovo luogo di incontro. La bellezza di uno spazio è fondamentale per crescere con entusiasmo: tutti in un ambiente bello e accogliente abbiamo più voglia di fare bene le cose. Qui si studierà e si lavorerà meglio”. Lo ha detto questa mattina Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari. Così viene inaugurata la corte giardino della Cittadella di Monserrato, che è stata riaperta dopo i lavori di sistemazione e ammodernamento. Tali lavori sono stati realizzati con il coordinamento scientifico di Giovanni Battista Cocco e il lavoro della Direzione Opere pubbliche guidata da Antonio Ninni Pillai. Il Rettore ha quindi ringraziato tutto il personale coinvolto nella realizzazione, affermando che “Inaugurare oggi questi spazi è un segno di affetto nei miei confronti. Per questo ringrazio molto la struttura”.
Le opere in granito di Luciano Zedda
Negli spazi della Cittadella di Monserrato sono state collocate anche due opere in granito di Luciano Zedda, artista di Gavoi. Come ha sottolineato il direttore generale dell’ateneo Aldo Urru: “Le due opere, realizzate in granito, identificano la nostra appartenenza al territorio. Questo nonostante la vocazione internazionale dell’Università di Cagliari. Il giardino che inauguriamo oggi è un’opera innovativa che si aggiunge ad altre già terminate. Per gli studenti è un ulteriore tassello collocato per aiutarli a studiare meglio e con passione”.
All’iniziativa sono presenti anche il sindaco di Monserrato Tomaso Locci, l’assessora Emanuela Stara e il presidente del Consiglio comunale Piergiorgio Massidda.
Per quanto riguarda, più in generale, le opere di Luciano Zedda, nel suo sito ufficiale (link) leggiamo: “E’ stato naturale per me imparare ad affinare l’occhio su un materiale che ormai riempie le mie giornate. Ho trasportato per anni le pietre di granito a bordo dei camion e dei tir dell’azienda di famiglia. Recuperavo con la benna blocchi enormi di granito, da costoni, dirupi, terreni sconnessi delle campagne del mio paese e dei paesi del circondario. Ed è vedendo quei luoghi impervi, e le pietre che li abitano, che mi è venuto in mente di realizzare opere che siano capaci di superare i confini del tempo“.