Quasi la metà dei sardi sa poco o nulla dei rischi delle radiazioni. È il risultato di un’ indagine degli studenti del terzo anno di Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia dell’Università di Cagliari.
Gli allievi hanno partecipato a uno studio realizzato su scala nazionale sulle radiazioni ionizzanti e tecniche di imaging usate in medicina. Inoltre, hanno intervistato quasi 400 pazienti del reparto di Radiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari con lo scopo di sondare le conoscenze della popolazione.
Gli esiti? Poco meno della metà degli intervistati non ha conoscenze sufficienti in merito ai rischi delle radiazioni. I dati raccolti dovranno portare all’elaborazione di adeguate campagne di informazione mirate, visto anche il recepimento della direttiva Euratom 2013/59 in materia di esposizione alle radiazioni ionizzanti in ambito medico.
Esso stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Il decreto provvede a riordinare e armonizzare la normativa di settore, assicurando il mantenimento delle misure di protezione dei lavoratori e della popolazione.
La direttiva prevede anche che il responsabile della sorveglianza sanitaria possa richiedere che la sorveglianza prosegua anche dopo l’esposizione, per il periodo di tempo che ritiene necessario per proteggere la salute del lavoratore. Inoltre prevede che informi il lavoratore stesso riguardo all’opportunità di sottoporsi ad accertamenti sanitari. Questo anche dopo la cessazione dell’attività lavorativa come avviene già oggi per l’esposizione all’amianto.
In generale, il 43% dimostra di non sapere che la risonanza magnetica non ha radiazioni ionizzanti e il 15% mostra le stesse lacune nei confronti dell’ecografia. Viceversa, il 30% e il 46% degli intervistati ritiene che la tomografia computerizzata e la mammografia siano esami radiologici senza radiazioni ionizzanti. Per la mammografia le donne mostrano ovviamente una maggiore conoscenza ma con una percentuale di errore che rimane su valori del 30%.