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Gnl, Via positiva per mini-rigassificatore Isgas a Cagliari

Abbandonato  il progetto di gasdotto Galsi s.p.a. nel maggio 2014, si è fatta strada l’ipotesi di portare il gas naturale in Sardegna (unica regione italiana a non averlo) mediante una serie di depositi costieri e relativi rigassificatori.

Il piano energetico ambientale (P.E.A.R.S.) è stato approvato definitivamente e prevede l’utilizzo del gas naturale.

E’ attualmente in via di conclusione la procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativa alla realizzazione da parte della Edison s.p.a. di un deposito di gas naturale (7 serbatoi per complessivi mc. 9.000, capacità annua mc. 520.000) e di un connesso impianto di rigassificazione nel porto industriale di Oristano, mentre recentemente il progetto di dorsale metanifera sarda è stato inserito nella Rete Nazionale dei Gasdotti, sebbene l’ipotesi di utilizzare il tracciato progettato per il gasdotto Galsi s.p.a. per la rete metanifera isolana riproporrebbe i pesanti impatti ambientali, decisamente fuori luogo e da respingere.

In questo quadro s’inserisce la proposta, finora sconosciuta, di installare un deposito costiero di gas naturale liquefatto e un impianto di rigassificazionenel porto canale di Cagliari.

Silos per 20.000 metri cubi di gas naturale destinati a Cagliari, alla relativa area metropolitana e alla zona industriale di Macchiareddu nel progetto della IsGas s.p.a.

Sarà pure definito “piccolo”, ma questi – per la loro pericolosità intrinseca – sono considerati impianti a rischio di incidente rilevante (direttive n. 82/501/CEE, n. 96/82/CEE, n. 2003/105/CE, 2012/18/UE).

Nel caso malaugurato di incidente, sarebbero coinvolti Cagliari, il porto canale, l’aeroporto di Cagliari-Elmas, la S.S. n. 195, la zona industriale di Macchiareddu.

Come si può facilmente comprendere, non si tratta di decisioni da prendere con superficialità, ma da sottoporre a una reale ed efficace procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), scevra da pregiudizi e decisioni precostituite, e – perché no? – da una procedura di consultazione pubblica preventiva aperta all’intera collettività regionale.

 

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