Organizzare una campagna di vaccinazione di massa da realizzare in situazioni di emergenza, come quelle attuali, pianificandola però adottando una visione di lungo periodo.
Questo garantisce rapidità ed efficienza nonché uno strumento pronto da utilizzare per le future probabili campagne vaccinali. Come agire e quali fattori considerare per evitare improvvisazioni ed errori? Lo spiegano gli esperti della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica SItI che, in collaborazione con Osservatorio Italiano della Prevenzione e Fondazione “Smith Kline”. Il risultato è un decalogo sull’argomento vaccinazione.
Un corposo documento di 46 pagine. Si parte dalle indicazioni strategiche riguardanti la fase logistico-organizzativa, relativa all’intera filiera dall’acquisizione. Si continua con la conservazione e alla distribuzione dei vaccini. Per arrivare alla fase finale di somministrazione alla popolazione, quella che la SItI chiama “l’ultimo miglio”.
Le vaccinazioni devono accellerare
“Le vaccinazioni devono accelerare.” dichiara il dottor Antonio Ferro, Presidente della Società Italiana di Igiene. “Ogni dose deve essere utilizzata al meglio. La Società Italiana di Igiene ha messo a disposizione un decalogo che prende in esame tutta la filiera organizzativa. Il percorso dev’essere semplificato: dall’accesso alle strutture organizzative, fino all’effettuazione della vaccinazione stessa. Siamo pronti ad effettuare migliaia di dosi nei prossimi giorni. I Dipartimenti di Prevenzione sono i registi di questa operazione”.
Il decalogo afferma sia essenziale “garantire una catena di comando regionale e locale con responsabilità definite ed esplicite”. Inoltre non è da sottovalutare “un coordinamento con know-how specifico nel campo dell’igiene, della sanità pubblica, delle cure primarie, della gestione della protezione civile, delle emergenze sanitarie, di processi distributivi e logistici complessi a garanzia di una sistematica interazione con gli attori (sanitari e non) della campagna vaccinale sul territorio”.
Diverse fasi per un unico fine
Sia in questa prima fase distributiva che in quelle successive di vaccinazione gli igienisti sottolineano la necessità di un chiaro sistema di monitoraggio. Esso deve rilevare in tempo reale il funzionamento di ogni singolo nodo della rete. Serve “la disponibilità di dati e indicatori disaggregati e aggiornati in tempo reale di monitoraggio, anche comparativo, sull’andamento della campagna vaccinale a livello locale/regionale/nazionale, fruibili a tutti i portatori di interesse”.
Inoltre, bisogna disporre di dati in tempo reale anche dell’adesione alla campagna vaccinale, dell’efficacia del processo di somministrazione e degli eventi avversi. Una farmacovigilanza fatta bene e presto è cruciale quanto una buona comunicazione lo è per l’aderenza della cittadinanza alla campagna stessa. Come si legge nel documento: “Non vi è dubbio che in una situazione in cui milioni di dosi saranno somministrate in poco tempo, è elevato il rischio che sintomi, segni ed eventi negativi legati a malattie già esistenti, o la cui frequenza è immutata rispetto al passato, possano essere facilmente collegati ad una recente dose di vaccino. La mancanza di capacità di verifica sulla sussistenza o insussistenza di relazione di causa-effetto tra vaccinazione ed evento avverso potrebbe compromettere senza ragione la fiducia della popolazione. Non solo nei vaccini anti COVID-19, ma nei confronti dei vaccini in generale, potendo provocare gravi danni alla sanità pubblica”.
Per risolvere le problematiche della terza fase, quella dell’organizzazione delle somministrazioni gli esperti forniscono un’analisi dei punti di forza e di debolezza dei vari modelli adottabili. Ma anche delle check list operative e sottolineano la necessità di formare adeguatamente il personale chiamato a vaccinare per meglio implementare l’intero processo.
Coperture vaccinali
Non va, infine, dimenticato che le coperture vaccinali dell’infanzia, dell’adolescenza e dell’adulto siano in calo in molte regioni italiane per un insieme di ragioni concomitanti. È opportuno ricordare quanto sottolineato dall’Oms Regione Europea in una recente linea guida: “Qualsiasi interruzione dei servizi di immunizzazione, anche per brevi periodi, determina un accumulo di suscettibili e una più elevata probabilità di epidemie di malattie vaccino-prevenibili. Tali epidemie possono determinare morti correlate alle malattie prevenibili e un aumento del carico su sistemi sanitari già logorati dalla risposta alla pandemia di COVID-19”.
Il documento verrà aggiornato e integrato in relazione all’evoluzione della pandemia, delle conoscenze su SARS-CoV-2, alla disponibilità e alle caratteristiche di nuovi vaccini in aggiunta a quelli già approvati e alla diffusione di buone pratiche attuate sul campo e al confronto sulla tematica con istituzioni, società scientifiche e associazioni tecnico-professionali.