L’Asinara nel 2021 potrebbe generare sul territorio una capacità di spesa dei turisti internazionali superiore a 1milione e 400 mila euro.
Chi visita l’Asinara fa tappa alla spiaggia della Pelosa di Stintino. Ma anche ai centri storici di Sassari, Alghero e Castelsardo. Oppure alle Grotte di Nettuno di Capo Caccia, al Parco di Porto Conte e ai siti archeologici tra Porto Torres e la Nurra. I visitatori si trovano principalmente nel Nord Ovest Sardegna ma anche nel Nord Est, a Olbia. Questo a conferma che gli attrattori naturalistici sono una leva per superare la stanzialità dei turismi convenzionali. Sono al 49% gli stranieri che favoriscono la “destagionalizzazione” tra aprile e ottobre, e in estate a Porto Torres superano gli italiani. E in caso di ripresa dei voli internazionali ad Alghero e Olbia, l’Asinara nel 2021 potrebbe generare sul territorio una capacità di spesa dei turisti internazionali superiore a 1milione e 400 mila euro.
La conferma che la l’Isola dell’Asinara genera economia per tutto il Nord Sardegna arriva da “Digitale e turismo naturalistico: il ruolo dei big data e il caso Asinara”. Si tratta di un esperimento condotto sull’isola nel Comune di Porto Torres, sulla costa settentrionale della Sardegna. Tale territorio coincide con un Parco nazionale e un’Area marina protetta.
I curatori dell’indagine
L’indagine è stata il cuore del webinar con Vittorio Gazale, direttore del Parco. Ma anche con Carlo Gaspa di Eager, cioè società sassarese che con tecnologie proprie ha raccolto ed elaborato i big data sull’Asinara. E per ultima, ma non meno importante, Emanuela Bussu di Giaccardi&Associati. Quest’ultimo è lo studio ravennate che li ha correlati ai trend statistici e ai comportamenti di ricerca online di chi visita l’isola. Il progetto e il confronto, moderato da Giulia Eremita (esperta di turismo digitale), sono un’idea di Paolo Costa di Eager e Beppe Giaccardi di Giaccardi&Associati. Essi si sono uniti per promuovere la “cultura dei dati” e la collaborazione pubblico-privata per valorizzare il patrimonio naturalistico sardo. Dall’indagine sta nascendo l’idea di una nuova offerta fondata su un’inedita “Rete dei Parchi naturali” in Sardegna.
“C’è un grande potenziale oltre il tradizionale turismo balneare. Occorre sfruttare i flussi di oltre 30milioni di appassionati di natura”, spiega Emanuela Bussu. Per Vittorio Gazale “l’ecoturismo è un elemento fondamentale delle politiche del Parco e il prodotto natura è un bene d’élite. Più la visita al Parco è immersiva, più il visitatore è disposto a pagare”. Secondo Carlo Gaspa tutto questo conferma che “l’analisi dei dati in ambito turistico è fondamentale”.