Greta Vadini è un’insegnante di scuola primaria, presso l’I.C. “F.lli Trillini” di Osimo (AN). Nel suo percorso di scrittura della tesi ha seguito per quasi due anni l’attività didattica presso l’Istituto Comprensivo “Giannuario Solari”di Loreto (AN). L’istituto è il fondatore e capofila dell’idea debate del movimento Avanguardie Educative.
In questo articolo, la docente condivide la sperimentazione che ha condotto con alcuni alunni liberamente ispirata alla pratica del debate, ma con un format più flessibile denominata “conversazioni libere”.
La docente scrive della sua esperienza. Le classi spesso sono composte da alunni che difficilmente alzano la mano, ma che spessono vogliono condividere la propria opinione. “Ma si può indirizzare questa voglia verso qualcosa di costruttivo? Verso una discussione ben gestita, finalizzata alla crescita e alla maturità dell’alunno stesso, e finalizzata quindi non solo a stabilire chi ha ragione e chi torto?” scrive la docente Greta Vadini.
La volontà di Greta Vadini è proprio quella di rispondere a questa domanda. L’intendo è quello di trovare una didattica che possa sfruttare i benefici che derivano dal saper argomentare alla scuola primaria. Questa, solitamente, è una competenza che si sviluppa al quinto anno, quando il testo argomentativo entra a far parte del programma didattico. I bambini discutono quotidianamente in classe, ma non sempre queste attività diventano prassi didattica.
Metodo debate
“Come lavorare quindi su tale competenza in aula? Ho trovato una risposta valida nel debate, molto popolare nel mondo anglosassone e statunitense.” – continua la Vadini. Il debate è una metodologia che consiste in un confronto nel quale due squadre di studenti che sostengono e controbattono un argomento dato dall’insegnante. Nel mondo anglossassone è metodologia didattica trasversale, ma anche una disciplina curricolare in ogni grado scolastico. Ma anche in Italia negli ultimi anni è divenuto sempre più popolare. Questa metodologia però si applica per lo più alla scuola secondaria e in pochissimi casi isolati alla primaria.
Sono la docente che ha scritto l’articolo, vi ringrazio per la condivisione
P.s. occhio al congnome,ogni tanto è scappata una l di troppo