È il secondo pranzo di Pasqua che gli italiani vivono senza poter festeggiare in libertà. Ma “quello che rischiamo è che ci si rivolga al cibo per ‘dimenticare’. E i nostri organi siano costretti quindi a gestire gli eccessi del pranzo di Pasqua“.
Gemma Fabozzi è la responsabile del centro B-Woman per la salute della donna di Roma. Fabozzi ci dice che se l’obiettivo è anche quello di mantenere la linea, ci serve una strategia. Come spiega la nutrizionista: “Quello che rischiamo è che ci si rivolga al cibo per ‘dimenticare’. E che i nostri organi siano costretti a gestire gli eccessi del pranzo di Pasqua andando incontro a lentezza digestiva, cefalea, pesantezza e gonfiore addominale“.
Ecco allora che Fabozzi ci da qualche regola per una Pasqua piacevole ma anche ligia: in primis, verdure come ‘scudo’ delle abbuffate, crude o da contorno, scegliendo in particolare quelle dal gusto amaro.
Le prime regole da seguire
La prima regola, come afferma Fabozzi, è “iniziare il pasto con della verdura cruda, per facilitare il senso di sazietà. E come antipasto possiamo preparare un pinzimonio di finocchio, sedano, cetriolo o misto con semplice olio e limone. O, soluzione più sfiziosa, frullare un avocado con un filo d’olio Evo e del limone spremuto per fare il pieno di grassi buoni antinfiammatori. Sfruttare poi le proprietà della verdura amara, che può essere proposta come contorno.
Se optiamo per un pranzo principalmente a base di carne, – continua – allora meglio consumarla cruda. Ma poi bisogna scegliere tra rucola, puntarelle, indivia belga o riccia, radicchio. Oppure optare per un carpaccio di carciofi crudi (solo il cuore, per evitare così il gonfiore addominale). Sono verdure ricche di inulina, sostanza molto efficace nel detossificare l’organismo e in particolare il fegato. In questo modo, il fegato potrà gestire meglio gli zuccheri che introdurremo durante il pranzo di Pasqua o di Pasquetta”.
Nel caso in cui il piatto principale sarà un primo, come la classica lasagna, “allora possiamo optare per una verdura sempre amara. Ma ripassata in padella con olio, aglio e un pizzico di peperoncino a crudo sul piatto. Così da sfruttare il contenuto di vitamina C e di capsaicina, dalle documentate capacità di bruciare grassi e stimolare il metabolismo, che altrimenti verrebbero inattivati dal calore“.
E il cioccolato?
“Cioccolato” è la parola d’ordine per grandi e piccini a Pasqua. Ma come sceglierlo? “Mentre cioccolatini comuni e snack vari al cioccolato non hanno alcun effetto benefico, anzi, possono solo affaticare fegato e pancreas per il gran contenuto di zuccheri, il cioccolato fondente è un vero e proprio ‘superfood’. Questo grazie alle innumerevoli proprietà delle fave di cacao, ricche di vitamine e minerali. E cosa ancora più rilevante, contengono grandi quantità di antiossidanti, flavonoidi e polifenoli. Questi fungono da protezione contro i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento delle cellule, ma anche di alcune patologie. Regola d’oro: la cioccolata deve essere fondente con cacao superiore all’80%. Ottimo anche il cacao crudo, ottenuto da fave non tostate, una fonte eccellente di sostanze antiossidanti. Oggi si possono trovare ottime uova di pasqua con questo tipo di cacao“.
Una festa che risolleva l’umore
Infine, anche l’umore ha la sua importanza. “Le festività pasquali – interviene Federica Faustini, psicologa e psicoterapeuta del centro B-Woman – rappresentano occasioni di convivialità. Come sostituire le nostre abitudini e tradizioni, che ci sono state momentaneamente negate? In primis, non rinunciare a preparare i dolci della tradizione locale. E non rinunciate a ornare la casa di oggetti simbolici e a seguire le più semplici tradizioni che ci piacciono“.
“Può essere d’aiuto creare occasioni nuove di scambio e condivisione. E pensare anche a soluzioni alternative e creative per stare insieme anche se distanti. Per esempio, fare videochiamate di gruppo per vivere insieme cene o pranzi. Ma possono anche essere utilizzati metodi più tradizionali, i bambini che non possono vedere i propri nonni, possono scrivere una lettera da recapitare loro i giorni delle festività. I lockdown affrontati nell’ultimo anno, tutte le restrizioni e i disagi subiti hanno comportato la perdita di molte delle nostre abitudini e un modo completamente diverso di coltivare le nostre relazioni. Può essere allora utile attraversare questa fase in modo progettuale, pensando anche a come vorremo nutrirci di alcune delle nostre relazioni non appena sarà possibile farlo“.