Giornata mondiale dell’autismo: Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale c’è un incremento dei casi negli ultimi due decenni a fattori genetici e ambientali.
La Giornata mondiale dell’autismo che si celebra il 2 aprile spinge a fare il punto su un disturbo che appare aumentato significativamente negli ultimi anni. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, in Italia 1 bambino su 77 (tra i 7 e i 9 anni) presenta questo disturbo. Anche se i progressi nella diagnosi e una maggiore consapevolezza possono spiegare in parte questo fenomeno, molti ricercatori attribuiscono l’incremento dei casi negli ultimi due decenni a fattori genetici e ambientali.
Un test sullo sperma determinerà il rischio
Lo studio, riportato nella rivista Clinical Epigenetics, mostra come alcuni biomarcatori identificati nello sperma potrebbero indicare la predisposizione maschile a concepire bambini affetti da autismo.
“Questi biomarcatori sono epigenetici e possono provocare dei cambiamenti nei fattori molecolari che regolano l’attività del genoma indipendentemente dalla sequenza del DNA. Questo potrebbe provocare il disturbo autistico non solo nei propri figli, ma anche nelle generazioni future”. Ha spiegato Nicolás Garrido, Direttore della Fondazione IVI e autore dello studio. I ricercatori hanno confrontato dei campioni di sperma di uomini che hanno concepito bambini affetti da autismo con quelli di padri di bambini senza ASD.
Il risultato del test fatto
Tale esame ha rivelato, nello sperma di coloro che hanno concepito bambini affetti da autismo, la presenza di alcuni biomarcatori specifici, all’interno delle cosiddette “regioni di metilazione del DNA”. E’ un’alterazione chimica che si verifica quando un gruppo metile si attacca a un filamento di DNA e può attivare o disattivare i geni. In una seconda fase i ricercatori sono stati in grado di determinare quali campioni di sperma provenissero da genitori di bambini autistici. Hanno ottenuto così risultati con una precisione del 90%, per dimostrare la capacità predittiva del test.
“In futuro, questo test ci consentirà di determinare se un uomo è ad alto rischio di concepire un figlio con ASD. Si tratta di un enorme passo in avanti verso l’identificazione dei fattori che possono provocare questo disturbo e, nello stesso tempo, verso la definizione di strategie preventive. Infatti, in alcuni casi, è possibile ricorrere a dei trattamenti per correggere le alterazioni epigenetiche”. Ha spiegato Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma.