Covid: Uecoop afferma che “Il ritorno in classe è un bene per le famiglie ma resta il problema di 1 ragazzo su 3 (34,5%) costretto ancora alla Dad”.
“Il ritorno in classe è una positiva boccata d’ossigeno per le famiglie ma resta il problema di 1 ragazzo su 3 (34,5%) costretto ancora alla Dad. Ci sono tantissimi problemi per la didattica a distanza, per le carenze italiane sulla banda larga, la gestione delle ore di insegnamento e la difficoltà a mantenere il livello dell’attenzione da parte degli studenti”. È quanto afferma l’ Unione Europea delle Cooperative (Uecoop) in riferimento alla ripartenza delle lezioni in presenza di circa 5,6 milioni di alunni delle statali e delle paritarie, da nord a sud della Penisola.
Le parole della Uecoop.
“Le regole di distanziamento e le precauzioni per limitare il diffondersi del contagio hanno comportato un ripensamento globale della scuola fra turni di ingresso, rimodulazione degli spazi e delle lezioni. Non capitava che ci fossero tanti alunni nelle classi dal febbraio scorso, quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe”. “Gli alunni fisicamente in classe non superano il 56% nelle regioni del Sud, il 57% nel Nord Ovest. Invece, raggiungono il 70% nel Nord Est, il 74% al Centro e arrivano all’83% nelle Isole”. Con l’emergenza Covid “è esplosa la didattica a distanza che si scontra però con il divario digitale che colpisce di più le regioni del sud: dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata al Molise fino alla Puglia. Infatti, in quest’ultime, in media 1/3 delle abitazioni non dispone di un collegamento on line in grado di supportare grandi flussi di dati”.