Intenso fine settimana di spettacolo per l’Aprile Resistente, organizzato da Il crogiuolo, sulla piattaforma facebook
L’inizio
Si comincia con FASHION VICTIMS è il titolo dell’adattamento teatrale dello scrittore e giornalista Giovanni Follesa che sarà on line venerdì 9 aprile, alle 21, con Giuseppe Ligios, curatrice “registica” Sonia Borsato (produzione Teatro d’Inverno). L’allestimento nasce da “Fashion victims. Pamphlet inutile sulla morte da Coronavirus”, divertissement letterario di Follesa e Fabrizio Demaria, edito nel 2020 da Arkadia Editore.
Il tema
In questo periodo sospeso, nel quale la fragilità umana è rimasta disarmata di fronte all’incedere della morte insinuatasi con il Covid-19, il trapasso ha improvvisamente assunto nuove consuetudini. La trasposizione teatrale si sviluppa intorno ai testi di Follesa in una triangolazione con l’interprete Giuseppe Ligios e Sonia Borsato, docente nell’Accademia di Belle Arti a Sassari da anni rappresenta una voce autorevole quando si parla di scrittura legata all’immagine. Quattro i racconti proposti in forma di monologo, che aprono altrettante finestre su quattro personaggi – Il Dandy, L’Impiegata dell’Agenzia delle Entrate, La Parrucchiera, Il Sopravvissuto – e il loro intimo rapporto con il “passaggio estremo”, proposto sempre con grande leggerezza, di cui c’è particolare bisogno di questi tempi. I quattro personaggi, nella loro differente percezione dell’esistere, rimandano frammenti di coscienza, che, emergendo lucida su tutto il resto, è costretta a tirare le somme di una intera vita.
DER BOXER
Il giorno dopo, il 10 alle 21, DER BOXER – Ballata teatrale per Johann Trollmann, di e con Michele Vargiu, regista, autore e attore sassarese che si è formato, fra gli altri, con Marco Baliani, le musiche dal vivo degli Elva Lutza (Gianluca Dessì alla chitarra e Nico Casu alla tromba), considerati una delle realtà più interessanti del panorama musicale sardo (produzione Teatro Tabasco).
La scena
Berlino, 9 giugno 1933. Le pareti della birreria Bock sembrano dovere esplodere da un momento all’altro, tanta è la gente nel locale. In questo posto impregnato di fumo e voci sta per disputarsi la sfida per il titolo nazionale dei pesi medi di boxe. Sotto gli occhi stupefatti dei presenti succede qualcosa di incredibile: un pugile giovanissimo, bello d’aspetto, stende in sei riprese il favorito. Il ragazzo danza sul ring, i presenti, specie le donne, sono in visibilio. Lui è Johann Trollmann, è il nuovo campione di Germania ma c’è un problema: è uno “zingaro”, un pugile di origine sinti che diventerà un nemico giurato del regime nazista tedesco, che considerava la boxe alta espressione per l’affermazione della supremazia della razza ariana.
La storia
Però il popolo in lui non vede lo “zingaro”, ma un campione capace di emozionare. A questa storia straordinaria è dedicato “Der Boxer”, il monologo in cui Vargiu racconta la storia di un giovane che con determinazione ha sfidato il Terzo Reich e si è fatto amare da un popolo intero, ballando sul ring come sull’assurdità delle leggi razziali. È una vicenda di sport senza tempo, di amore e di guerra, una discesa in uno dei periodi più bui della storia, rappresentata con rigore storico e senza rinunciare alle suggestioni della narrazione teatrale, impreziosita dalle musiche dal vivo degli Elva Lutza.
Domenica 11, alle 17
Domenica 11, alle 17 sarà la volta di RICCINO E RICCETTA – Le fiabe di Antonio Gramsci per i bambini, testo e regia di Rita Atzeri, scene e costumi di Marco Nateri, con Marta Gessa e Antonio Luciano (produzione Il crogiuolo). E’ uno spettacolo di teatro ragazzi, realizzato con la tecnica del teatro d’attore e del teatro d’animazione con oggetti e pupazzi, rivolto ai bambini della scuola primaria. Anche ai più piccoli sarà capitato di sentire nominare il nome di Antonio Gramsci, e forse i più curiosi si saranno domandati: “Chi è?”. E’ probabile che sia arrivata loro una qualche generica spiegazione del tipo: “Un uomo molto importante o un politico o un filosofo, vissuto tanti anni fa”.
Il lavoro teatrale e i bambini
Questo lavoro teatrale intende proprio spiegare ai bambini chi era Gramsci e, soprattutto grazie alle lettere scritte ai figli e alla favole metaforiche in esse contenute, poter condividere con i più piccoli valori di libertà, uguaglianza, democrazia, rispetto dell’altro, di cui è intrisa tutta l’opera gramsciana. Come in un gioco tra bambini, elementi biografici si fondono con le fiabe de “L’Albero del riccio”, con quelle dei fratelli Grimm tradotte in carcere e con tratti di cultura popolare legati alle tradizioni della Sardegna.