È passato ormai un ventennio dal primo boom della musica cosiddetta “liquida”, ossia quella diffusa in formato digitale: dai primi mp3 alle attuali tecnologie di streaming, ecco cos’è cambiato negli ultimi anni.
Chi ha vissuto l’esplosione di internet negli anni 2000 ha vissuto una reale rivoluzione tecnologica, che ha investito tutti i settori e le attività. Uno dei primi comparti a “subire” questa novità è stato quello musicale. Infatti, essendo precedentemente legata all’utilizzo di supporti fisici: vinili, musicassette, CD, l’industria musicale ha avuto la possibilità di diffondere brani e album in formato digitale. Nonostante inizialmente la connessione non fosse velocissima, sin da subito il download delle canzoni su PC ha rappresentato per tantissime persone un’occasione imperdibile. Questo, favorì la nascita di software finalizzati allo scambio di questi file, come il Napster, online dal 1999 al 2001, e WinMX e Soulseek. Fino a una decina d’anni fa, era impossibile trovare qualcuno che non usasse un lettore mp3 per ascoltare la propria musica preferita; questo almeno fino alla “seconda rivoluzione”, ossia quella dello streaming e degli smartphone tuttofare.
Lo streaming è ormai entrato a far parte della nostra quotidianità, sia per l’ascolto di musica tramite piattaforme web, ma anche per la visione di film e serie tv. Chiaramente, la musica non poteva restare fuori da questo nuovo importante cambiamento: infatti, il mercato discografico è stato sin da subito protagonista di questa novità.
Cos’è lo streaming
Con questo termine si intende, in sostanza, un flusso multimediale audio/video caratterizzato dalla riproduzione in tempo reale del contenuto sul dispositivo ricevente. Con lo streaming basta cliccare play e la musica (o il filmato) viene riprodotta sul dispositivo digitale. Questo nuovo modo di vivere i contenuti sul web ha radicalmente modificato le nostre abitudini, rendendo la fruizione musicale molto più rapida e dinamica. Le piattaforme che oggi consentono di ascoltare musica in streaming sono continuamente aggiornate con le ultime novità provenienti di qualsiasi genere e da qualsiasi Paese. Inoltre, garantiscono la massima personalizzazione delle playlist, grazie a sistemi di intelligenza artificiale che memorizzano le preferenze e riconoscono i contenuti simili da proporre all’utente.
Ricercare e ascoltare musica è diventato semplice e alla portata di tutti. Infatti, se in passato occorreva infatti recarsi in un negozio di dischi e scegliere tra le proposte disponibili, oggi tutto è raggiungibile con un click.
Lo streaming e il digitale in genere (vedi social media e portali di settore) possono infatti essere visti anche come un importante strumento per la condivisione di contenuti e suggerimenti tra appassionati e come un valido supporto all’industria musicale, che proprio attraverso questi media può entrare in contatto diretto con il pubblico e promuovere i propri prodotti in modo molto più efficace che in passato.
Come ogni novità e come ogni rivoluzione, la digitalizzazione della musica rivela dunque aspetti positivi e negativi, dal cui contrasto non potranno che nascere ulteriori opportunità. Cambierà ancora, probabilmente, il nostro modo di approcciare questo mondo ma di certo non le emozioni che la musica riesce a trasmetterci, ed è forse proprio questo il bello di un elemento che, attraversando i secoli, ha saputo sempre mutare mantenendo inalterato il suo fascino.