È Roberto Benigni a meritarsi il Leone d’oro alla carriera della 78esima Mostra internazionale del Cinema di Venezia.
Sessantanove anni, decine e decine di film alle spalle, interpretazioni, regie, monologhi seri, spettacoli comici, e anche canzoni. È Roberto Benigni a meritarsi il Leone d’oro alla carriera della 78esima Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Una decisione presa dal consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia che tempo prima aveva avanzato la proposta al direttore della prestigiosa rassegna Alberto Barbera.
“Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine”, sono le prime parole a caldo dell’artista toscano. E continua “È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro”.
Una figura di riferimento senza eguali
Sono tante le motivazioni che possono aver portato il Cda della Mostra del Cinema di Venezia ad assegnare il riconoscimento al Maestro Benigni. Il direttore Alberto Barbera sceglie queste parole: “Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali“. Il direttore della Biennale va avanti snocciolando le numerosissime apparizioni sui palcoscenici teatrali, sui set cinematografici e negli studi televisivi. Così menzionando i “risultati di volta in volta sorprendenti” grazie ai quali si è imposto al largo pubblico. Ciò “in virtù della sua esuberanza e irruenza, della generosità con cui si concede e della gioiosità appassionata che costituisce la cifra forse più originale delle sue creazioni”.
Barbera si concentra dunque sugli straordinari punti di forza di Benigni, oggettivamente fuori dal comune. “Con ammirevole eclettismo, senza mai rinunciare a essere se stesso – spiega il direttore della mostra – è passato dal vestire i panni dell’attore comico tra i più straordinari della pur ricca galleria di interpreti italiani, a quelli di regista memorabile in grado di realizzare film di enorme impatto popolare, per trasformarsi da ultimo – conclude – nel più a apprezzato interprete e divulgatore della ‘Divina Commedia’ dantesca“.