Industria matrimoni al palo, crolla il wedding tourism -90%Jfc, ripresa nella primavera 2022 ma per alcuni anche più in là
L’industria dei matrimoni
L’industria dei matrimoni registra un crollo clamoroso. Complice la pandemia, con tutte le restrizioni che ha portato anche in tema di viaggi, il wedding tourism in Italia registra -90%. E’ quanto riporta una ricerca della Jfc.
Massimo Feruzzi
Cerca di dare una spiegazione Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e direttore dell’Osservatorio Italiano Destination Wedding Tourism: “Considerando che i mercati di Stati Uniti e Gran Bretagna rappresentavano in epoca pre-pandemia ben il 39,6% del valore del tourism, è interessante focalizzare l’attenzione su come si stanno comportando proprio questi mercati”. Ferruzzi continua: “Dalla rilevazione emerge che i wedding specialists operanti in questi due mercati hanno perso, nel 2020, il 69,7% degli eventi e il 78,9% di fatturato. Tuttavia rimane elevato l’interesse per l’Italia come destination wedding, in quanto oggi il 59,2% dei wedding specialists di questi due mercati anglofoni dichiara di avere molta richiesta per l’Italia, purtroppo al momento impossibile da soddisfare”.
La spiegazione
Feruzzi poi spiega: “Questi dati, provenienti dai due principali mercati generatori di flussi di Wedding Tourism, fanno comprendere il perché del tracollo del settore in Italia: nel 2020 ha purtroppo segnato un -87,3% di presenze ed un ancor più significativo -92,7% di fatturato rispetto ai dati dell’anno precedente, assestandosi pertanto a 35,5 milioni di fatturato generati da 226 mila presenze”.
La lenta ripresa
La ripresa non è dietro l’orizzonte: per il 45,2% degli operatori non sarà prima della primavera 2022, ma c’è anche un 35,5% che prevede il ritorno in Italia in data successiva.