Un’indagine evidenzia come le ultime normative internazionali abbiano portato a una riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici. Ci saranno quindi meno morti premature e meno casi di asma infantile.
Un’indagine Cnr-Isac, basata su studi recenti, evidenzia come le ultime normative internazionali abbiano portato ad una riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici. Grazie a questo risultato si stima che nei prossimi anni ci sarà una diminuzione di morti premature e di casi di asma infantile. Oltre a questo si assisterà però anche a un leggero aumento del riscaldamento globale. I risultati sono pubblicati sulla rivista Atmosphere.
Un recente studio dell’Oms individua le attività marittime tra le sei maggiori sorgenti emissive di inquinanti atmosferici. Tra questi, sia in forma gassosa che di particolato, vi sono ossidi di azoto e di zolfo, oltre a particolato atmosferico di diverse dimensioni.
Questi inquinanti, in particolare le emissioni di anidride solforosa, provocano piogge acide e creano polveri fini che possono provocare malattie respiratorie e cardiovascolari.
L’analisi è condotta dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Lecce. Il titolo è “Recent Advances in Studying Air Quality and Health Effects of Shipping Emissions” ed è pubblicata su Atmosphere. Lo studio esamina le attuali conoscenze sull’impatto della navigazione locale nelle aree portuali, comparandole con gli indicatori di salute pubblica.
La parola ai ricercatori
“In Europa, l’impatto alle concentrazioni di inquinanti in atmosfera, le cosiddette polveri sottili, varia tra lo 0.2% ed il 14%, con i valori maggiori osservati nell’area del Mediterraneo“, dice Daniele Contini.
Contini è ricercatore Cnr-Isac e co-autore della ricerca assieme alla collega Eva Merico. Prosegue il ricercatore: “In Italia si hanno impatti alle polveri sottili tipicamente tra il 2% ed il 10%. Gli impatti agli inquinanti gassosi sono anche maggiori e variano, in Italia, tipicamente tra il 5 ed il 40%”. Il valore più alto si registra in prossimità delle aree portuali.
Le ultime normative internazionali pongono una decisa riduzione al contenuto di zolfo nei combustibili marini. Questo porta così ad una diminuzione delle emissioni di ossidi di zolfo e di particolato atmosferico. “Grazie a queste misure, è possibile stimare un calo nei prossimi anni del 34% delle morti premature dovute alle emissioni navali e del 54% dei casi di asma infantile“, conclude Contini. “Per contro, la riduzione del tenore di zolfo nei combustibili cambia le proprietà chimiche e fisiche del particolato emesso e quindi la sua interazione con la radiazione solare, riducendo l’effetto di raffreddamento dell’atmosfera dovuto all’aerosol emesso dalle navi e portando ad un incremento di circa il 3% della forzante di riscaldamento globale dovuta alle attività umane, con un effetto complessivamente negativo sul clima. È auspicabile, quindi, che in futuro le politiche ambientali dirette al traffico marittimo, considerino e tutelino entrambi questi aspetti, la salute e il clima“.