Per la prima volta da febbraio 2020, i prezzi dei carburanti tornano a crescere su base annua.
L’Istat conferma una tasso di inflazione dei carburanti dello 0,3% a marzo e una accelerazione a +0,8% nell’arco dei 12 mesi.
L’inflazione accelera così per il terzo mese consecutivo e, pur rimanendo al di sotto di un punto percentuale, torna ai livelli di maggio 2019.
Nello stesso tempo, i prezzi del cosiddetto carrello della spesa registrano una variazione tendenziale negativa, seppur contenuta (non accadeva da febbraio 2018 quando registrarono un calo dello 0,6%), rileva l’Istat commentando i dati sull’inflazione di marzo.
Inflazione acquisita per il 2021: +0,9%
L«inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rallentano lievemente portandosi entrambe a +0,8%, da +0,9% di febbraio.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,2%) e, in misura minore, dei Servizi relativi ai trasporti (+1,3%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.
Il protrarsi, in alcuni casi, dei saldi stagionali fa sì che l’aumento, rispetto a febbraio, dei prezzi di Abbigliamento e calzature, sia pari a +23,0%, molto meno ampio, quindi, di quello di marzo 2020, quando fu pari a +31,1%.
La differenza tra le due variazioni si riflette sulla dinamica su base annua sia dei prezzi di Abbigliamento e calzature, che invertono la tendenza da +5,8% a -0,7%.
Il caro carburanti
C’è dunque un balzo dei prezzi al distributore di benzina e diesel nel primo trimestre 2021 da gennaio a marzo, mese che segna il picco annuale record del costo di un pieno da quando è scoppiata l’emergenza Covid in Italia.
È quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative su dati del ministero dello Sviluppo economico in occasione dell’ultimo report Istat sui prezzi al consumo che a marzo registrano proprio l’accelerazione della spesa per i trasporti e i beni energetici.
Un litro di benzina è arrivato a costare in media a marzo più di 1,568 euro mentre il diesel ha sfiorato 1,436 euro toccando i massimi da dodici mesi, secondo l’analisi di Uecoop su dati del Mise.
«Sul territorio italiano ci sono differenze a seconda che – sottolinea Uecoop – si faccia il pieno in una pompa servita o self service, che ci si trovi o meno sulla rete autostradale oppure che ci si fermi in una cosiddetta pompa bianca non controllata dai grandi marchi del petrolio».
Codacons: con il caro benzina +246 euro a famiglia
«Il caro benzina fa rialzare la testa all’inflazione, e determina un aggravio di spesa, considerata la totalità dei consumi delle famiglie, pari a +246 euro annui per la famiglia “tipo”, +319 euro per un nucleo con due figli». Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.
«Come denunciato dal Codacons nelle settimane scorse – prosegue -, la corsa dei carburanti alla pompa ha avuto effetti diretti sull’inflazione, con i prezzi che crescono a marzo dello 0,8% su anno – afferma il presidente Carlo Rienzi – Non a caso nel comparto dei Trasporti si registrano i rincari più forti, con un incremento medio dei listini del +2,6% su base annua. Questo significa che una famiglia con due figli solo per i propri spostamenti si ritrova a spendere oggi +140 euro all’anno rispetto al 2020».
«Purtroppo siamo in presenza in una inflazione “negativa”, perché la ripresa dei prezzi al dettaglio non è dovuta alla crescita dei consumi da parte delle famiglie, consumi che al contrario risultano in drastico calo, ma da fattori esterni come la spinta dei beni energetici che determinano effetti negativi sulle tasche dei consumatori», conclude Rienzi.
Trasporti: per una famiglia l’aggravio è di 140 euro l’anno
«Il caro benzina fa rialzare la testa all’inflazione, e determina un aggravio di spesa, considerata la totalità dei consumi delle famiglie, pari a +246 euro annui per la famiglia “tipo”, +319 euro per un nucleo con due figli».
Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. «Come denunciato dal Codacons nelle settimane scorse — prosegue la nota — , la corsa dei carburanti alla pompa ha avuto effetti diretti sull’inflazione, con i prezzi che crescono a marzo dello 0,8% – afferma il presidente Carlo Rienzi .
«Non a caso nel comparto dei trasporti si registrano i rincari più forti, con un incremento medio dei listini del +2,6% su base annua. Questo significa che una famiglia con due figli solo per i propri spostamenti si ritrova a spendere oggi +140 euro all’anno rispetto al 2020». «Purtroppo siamo in presenza in una inflazione “negativa”, perché la ripresa dei prezzi al dettaglio non è dovuta alla crescita dei consumi da parte delle famiglie, consumi che al contrario risultano in drastico calo, ma da fattori esterni come la spinta dei beni energetici che determinano effetti negativi sulle tasche dei consumatori», conclude Rienzi.
Prezzi della frutta: su del +3,6%
I prezzi della frutta balzano del 3,6% per effetto del clima pazzo, con gelo e bufere di vento che si sono alternati alla siccità con pesanti effetti sulle coltivazioni in sofferenza.
È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a marzo. In generale i prezzi dei beni alimentari non lavorati – sottolinea l’associazione – fanno segnare su base tendenziale un aumento del +1%.
Una situazione che, stando a quanto rileva la Coldiretti, favorisce le speculazioni nei campi dove molti raccolti sono andati distrutti a causa del maltempo. A pesare sui prezzi sono anche le chiusure della ristorazione che privano di un importante mercato di sbocco produzioni deperibili.