Si intitola In punta di piedi il nuovo singolo di Ale Anguissola. Un omaggio a Napoli, città fulcro della tradizione canora più autoctona e autentica.
La scelta del titolo – non a caso – tradisce un rispetto ossequioso e quasi devoto per questa città. Il singolo è un omaggio con riverenza sin dal titolo, laddove vivere in punta di piedi è anche una filosofia di vita sinonimo di libertà, leggerezza. L’omaggio alla città della musica per eccellenza è frutto anche della collaborazione con lo storico bassista/produttore Gigi De Rienzo. Tra i riferimenti e le influenze che hanno portato al brano ci sono i due Lucio (Battisti e Dalla), lo stesso Pino Daniele, ma anche Earth Wind & Fire, Stevie Wonder, Jobim, Caetano Veloso e tutto il tropicalismo. Del resto se è vero che Napoli è sinonimo di world music, la sensibilità musicale di Anguissola va nella stessa direzione.
Il video è una storia a cartoon paer la regia di Alessandro Freschi. I titoli di coda sono l’occasione per menzionare i grandissimi musicisti che hanno reso possibile In Punta di Piedi. Da Gigi De Rienzo (basso, chitarre, tastiere) ad Agostino Marangolo (batteria). E ancora: Piero De Asmundis (piano); Franco Giacoia (chitarra elettrica); Jerry Popolo (sax tenore); Gianfranco Campagnoli (flicorno); Alessandro Tedesco (trombone).
L’atmosfera blues, il sound jazzato: quel mondo affine a Pino Daniele
L’atmosfera blues, il sound jazzato che guarda alla fusion Steely Dan, quel mondo affine a Pino Daniele, ma senza lo slang napoletano: ecco i sapori di “In Punta di Piedi”. Una canzone omaggio alla world music e alla buona musica, oltre che una dedica alla magica città partenopea.
Le parole di Ale Anguissola, versi di riflessione sulla vita sottesa tra ambizioni e sopravvivenza quotidiana, viaggiano in equilibrio su arrangiamenti di fiati d’alta scuola, e sulla sezione ritmica che fu tra l’altro colonna portante di un disco storico come “Nero a Metà” di Pino Daniele (il vero convitato di pietra del brano) grazie alla presenza di Gigi De Rienzo al basso e Agostino Marangolo alla batteria.
La moderna scuola napoletana che si evolve dall’incontro con il blues di Gigi De Rienzo (Napoli Centrale, Pino Daniele, i fratelli Bennato, Enzo Avitabile, Teresa De Sio), e la naturale vocazione musicale di un cremonese come Ale Anguissola: l’effetto calamita ha fatto il resto.
Il singolo di Ale Anguissola è accompagnato dal videoclip in animazione grafica per la regia di Alessandro Freschi.
Il nostro protagonista guida un taxi, e questa è l’immagine di sé stesso che vede riflessa nello specchietto retrovisore da dove guarda anche i tantissimi clienti che si susseguono, diversi ma simili nell’assenza di contatto umano che incarnano. Il nostro è un uomo assonnato che rammenta un personaggio tratto dai fumetti di Andrea Pazienza per il disegno, e il Robert De Niro di Taxi Driver per l’anima persa. Il mezzo di trasporto si muove con il suo color giallo vivo tra le vie grigie della città, come a cercar la rotta in una vita senza più destinazione.
E solo nei momenti più lirici del brano il nostro protagonista si stacca dalla realtà fluttuando in un vortice alla Vertigo di Alfred Hitchcock. E poi, sono linee del fumo di sigaretta che si stagliano nel cielo notturno, come le occasioni perse della vita, che aleggiano sulle nostre teste, fatte della ‘stessa sostanza di cui sono fatti i sogni’… mai realizzati.