“Paesaggi della Memoria” è un’iniziativa che nasce dalla collaborazione fra Indire e Rai Scuola. Si tratta di un ambiente online dedicato a una serie di dialoghi sui luoghi italiani dedicati alla seconda guerra mondiale, alla deportazione e all’antifascismo.
Una serie di interviste dedicate ai luoghi della resistenza italiana. Sono quelle che si trovano raccolte nella pagina “Paesaggi della Memoria”, un ambiente online appena aperto sul sito Indire, che, in vista del 25 aprile, 76° anniversario della Liberazione, propone una serie di dialoghi sui luoghi italiani legati alla seconda guerra mondiale, alla deportazione, all’antifascismo.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione fra Indire e Rai Scuola. La ricercatrice Pamela Giorgi, responsabile dell’Archivio storico dell’Istituto Indire, ha realizzato le interviste cercando di collegare fra loro luoghi particolarmente significativi, simbolo della Resistenza.
Tra le testimonianze raccolte per “Paesaggi della Memoria” vi è quella di Maria Cleofe Filippi, presidente della rete nazionale dei Luoghi della memoria. Filippi spiega il senso del voler “dare un’identità” al concetto di memoria. Lo farà attraverso la conoscenza di territori e località in cui sono avvenute rappresaglie, stragi, detenzioni e altri importanti episodi legati alla Resistenza.
Le interviste
Gigi Garelli, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza della provincia di Cuneo, spiega i possibili usi didattici della memoria storica contenuta a Borgo San Dalmazzo. Quest’ultimo fu sede di uno dei campi di concentramento istituiti in Italia dopo l’8 settembre del ‘43 per radunarvi gli ebrei in attesa di deportazione.
Cristina Clerico, assessore alla cultura di Cuneo, ci porta in un’altra tappa dei “Paesaggi della Memoria”, illustrando le potenzialità formative della casa museo dell’eroe della Resistenza italiana Duccio Galimberti. Nel video è possibile anche fare un breve percorso in altri luoghi emblematici di Cuneo. Tra questi, il punto in cui vennero massacrati alcuni civili sospettati di appartenere alle forze di opposizione al nazifascismo o “colpevoli d’essere ebrei”.
Un’altra tessera del mosaico di “Paesaggi della Memoria” è quella che aggiunge Renato Grimaldi, del dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. Grimaldi utilizza un patrimonio culturale inusuale: le tavolette votive dipinte, attraverso cui racconta la storia della Banda Balbo, la famosa seconda Divisione Langhe del comandante Nord.
Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, ci spiega come poter utilizzare in classe il patrimonio archivistico e bibliografico. Lo storico e saggista Orlando Baroncelli, invece, traccia le tappe di un ipotetico percorso educativo tra le carte d’archivio e i luoghi della memoria legati alla liberazione di Firenze.
L’intervista a Stefano Oliviero, professore di Storia della pedagogia all’Università di Firenze, spiega le potenzialità di un uso didattico del patrimonio culturale legato ai luoghi della Resistenza.
Recupero e valorizzazione della borgata Paraloup
Marco Revelli e Beatrice Verri parlano della Fondazione Revelli, nata nel 2006 a Cuneo per onorare la memoria dello scrittore Nuto Revelli.
Nuto Revelli fu alpino in Russia durante la Seconda guerra mondiale e partigiano di Giustizia e Libertà. Insieme alla fondazione è nato anche il progetto di recupero e valorizzazione della borgata Paraloup, un villaggio di montagna a 1400 metri in Valle Stura. Il villaggio fu sede della banda partigiana Italia Libera, formata da 200 ventenni provenienti da tutte le parti d’Italia. La casa della Memoria di Nuto Revelli è al centro di un’articolata rete di altre case e di altri luoghi, tutti al centro del progetto “Memoranda”. L’interessante iniziativa viene presentata dall’ideatrice Antonella Tarpino e dal coordinatore Gianluca Cinelli.