Parliamo di un percorso ideato dallo stilista algherese, Antonio Marras, al Museo Sanna, per cui l’idea è quella di proporre un dialogo tra origini antiche, tradizione e attualità, tra memoria e presente.
L’arte e l’inventiva dello stilista Antonio Marras si presta alla storia per l’allestimento della mostra “Sulle tracce di Clemente“. Un evento che segnerà l’apertura della sezione Etnografica del Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico – Giovanni Antonio Sanna di Sassari.
Il progetto è stato presentato questa mattina in videoconferenza dal direttore regionale dei Musei della Sardegna Bruno Billeci, dalla direttrice del Sanna Elisabetta Grassi e dallo stesso Antonio Marras. Quest’ultimo esporrà una selezione dell’immenso patrimonio etnografico (abiti, vestiti, gioielli, manufatti artistici) del Museo. Quindi un’esposizione d’alta moda insieme a reperti archeologici e di arte moderna e contemporanea.
L’esposizione, salvo ulteriori restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19, è visitabile per un anno e a partire dal 21 maggio. Tuttavia, anche questa data potrebbe essere prorogata.
La moda e il suo potere di valorizzare l’antico
“Il progetto ricalca il mio modo di procedere, seguendo l’istinto per trovare affinità fra gli oggetti, l’ambiente, le persone. Senza una logica ben precisa – spiega Marras. “Mi sono immerso per portare alla luce oggetti e reperti che erano lì. Per prenderli e pensare a un’installazione che mischi le varie epoche, a un’esposizione che possa stupire e spiazzare i visitatori“.
Il Padiglione Clemente del Museo Sanna fu trasformato tra gli anni ’80 e ’90 del XX secolo. Attualmente si presenta come una galleria su due livelli (piano terra 208 mq, primo piano 178 mq), utilizzata negli ultimi anni prevalentemente per esposizioni temporanee. In questo modo il Polo Museale della Sardegna, nell’ambito del riallestimento e della definizione del nuovo percorso espositivo, vuole valorizzare la ricca collezione etnografica del Museo, restituendola alla sua collocazione originaria, ovvero il Padiglione Clemente.
“L’idea della mostra nasce dalla volontà di valorizzare questo ricco patrimonio. Il cui nucleo principale è costituito dalla donazione del cavalier Gavino Clemente – sottolinea la direttrice Grassi. “La collezione etnografica del Museo non è solo la più antica della Sardegna ma anche una delle più ricche dell’Isola per quantità e varietà di reperti“.