Policlinico Sassarese, eseguite due operazioni col sistema Mako. Il primo intervento a essere eseguito tramite chirurgia robotica
La chirurgia robotica per protesi
Compie dieci anni il primo intervento di chirurgia robotica per protesi in Italia. Era il 27 gennaio del 2011 e il dottor Piergiuseppe Perazzini, chirurgo ortopedico e responsabile della Clinica San Francesco di Verona, dopo aver appreso la tecnica in Florida, a Fort Lauderdale, realizzò il primo intervento con protesi mono compartimentale mediale di un ginocchio.
Chirurgia robotica per protesi, Italia prima in Europa
«Utilizzai una procedura innovativa per primo in Europa – spiega Perazzini ricordando con nitidezza il prestigioso traguardo –. Quel giorno realizzai ben tre interventi, con il supporto di specialisti provenienti dagli Stati Uniti perché in Italia il personale non era ancora preparato. Ci volle tutto il giorno per concludere tre interventi che oggi siamo in grado di realizzare in poche ore. Ma quel giorno segnò un cambio di passo, tanto che alla fine del 2011 gli interventi complessivi furono 67 per poi continuare ad implementarli numericamente negli anni successivi. E allora si trattava solo di metodica compartimentale del ginocchio».
L’Italia non si è più fermata
Aperta la porta dell’innovazione, l’Italia e il dottor Perazzini non si sono più fermati. «Nel 2012 abbiamo adottato la tecnologia robotica nella sostituzione di protesi totale dell’anca e nel 2017 nella sostituzione totale del ginocchio. Quindi oggi siamo in grado di adottare questo tipo di applicazione a tre tipi di sostituzione, parziale o compartimentale e totale di ginocchio e di anca».
La prima volta in Sardegna
Per la prima volta anche in Sardegna la chirurgia robotica viene utilizzata per due interventi di protesi d’anca. Le due operazioni sono state fatte nei giorni scorsi a Sassari nell’ospedale privato Policlinico Sassarese, struttura del Gruppo ospedaliero Abano.
L’èquipe
Qui un’équipe formata da Antonio Camporese, chirurgo ortopedico specializzato nella chirurgia di anca e spalla protesica mini-invasiva, robotica e artroscopica, dal suo collaboratore, Jacopo Tagliapietra e dall’ortopedico sassarese, Francesco Masia, è intervenuta su una donna di 66 anni e su un uomo di 58. Entrambi i pazienti sono stati operati con il sistema Mako, che combina l’utilizzo di un braccio robotico, su cui è montata una speciale fresa, con immagini in 3D, in abbinamento a una tecnica mininvasiva che consente di effettuare un’incisione a livello dell’inguine di soli 5-7 centimetri.
I dolori dei pazienti
Erano affetti da artrosi dell’anca in stadio avanzato (una patologia causata da un’usura progressiva della cartilagine articolare dell’anca) con dolore severo e limitazione funzionale. Gli interventi sono durati circa un’ora e non si sono verificate complicanze. Adesso i due pazienti, già dimessi, sono sottoposti a un percorso di riabilitazione che durerà circa 15-20 giorni.