Domenico Gabrielli, consigliere nazionale della Federazione Italiana Società Medico Scientifiche, afferma come le società scientifiche abbiano contribuito al supporto dei medici in prima linea.
“Durante la pandemia abbiamo avuto ben chiaro quello che poteva essere il contributo delle Società medico scientifiche nel supportare i medici in prima linea, su vari piani. Dal punto di vista tecnico-scientifico, con indicazioni e protocolli, ma anche dal punto di vista della tutela medico-legale per tutti gli operatori sanitari”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Domenico Gabrielli, consigliere nazionale Fism (Federazione Italiana Società Medico Scientifiche). Ricevuto questa mattina a Palazzo Giustiniani dalla presidente del Senato Casellati, a pochi giorni dalla Giornata Nazionale per la Salute della Donna.
“Le società medico scientifiche – ricorda Gabrielli, che è anche presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) – hanno dimostrato di poter assumere un ruolo molto importante nella gestione delle priorità scientifiche organizzative della pandemia stessa legate ai bisogni di salute espressi nei vari campi. Come Anmco abbiamo prodotto una serie di protocolli che hanno cercato di coprire nella fase iniziale della pandemia. Quella più acuta e grave, quelle che erano le problematiche più importante emerse immediatamente. Tra queste, come trattare l’infarto miocardico acuto nel paziente positivo al Covid, come organizzare la rete delle cardiologie nell’ambito della pandemia. Non solo Anmco ma tante altre società scientifiche hanno proposto questi lavoro di indirizzo”.
“Inoltre, come Fism – aggiunge – siamo intervenuti per proporre una serie di attenzioni e aggiustamenti nei confronti del personale sanitario e di medici. Essi si sono trovati infatti nella prima fase di risposta alla pandemia, tipo la copertura assicurativa delle persone che prestavano la propria opera in campo sanitario”.
Il ruolo nel post covid
Secondo Gabrielli il ruolo delle società scientifiche sarà decisivo anche nella fase post- Covid. “La pandemia è e sarà un evento epocale sull’organizzazione del Ssn. Questo perché ha fatto emergere una serie di falle che finora erano rimaste coperte grazie alla buona volontà del singolo oppure al fatto che alcune necessità non erano così impellenti come invece si sono dimostrate con l’emergenza sanitaria da SarS-CoV-2. E ancora una volta le società scientifiche sono e saranno di supporto agli organi regolatori per riorganizzare la sanità italiana”.
In merito ai 15,63 miliardi per la Sanità previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) secondo Gabrielli “non sono sufficienti per ricostruire il Servizio Sanitario Nazionale. La preoccupazione è che non bastino per modificare tutto il Ssn,. Conosciamo poco gli obiettivi di questi investimenti ma non basteranno per rendere attrattiva la professione medica”.