Sabato 1 e domenica 2 maggio, la piattaforma Facebook della Fondazione MACC presenterà il progetto di resistenza territoriale Piedi sull’isola, Carignano 2.0. Il progetto è sviluppato in sinergia con la cantina “La casa di Sophia” di Luisa Camoglio e il museo Ràixe.
Il progetto, partito nel 2020, sensibilizza e incentiva un programma di sviluppo condiviso per il territorio. È dedicato alle buone pratiche del biologico allo scopo di attivare processi economici competitivi sul mercato, ma anche a tutti gli appassionati e agli amanti della buena vida.
La Fondazione MACC si fa promotrice di processi di attivazione territoriale. Ribadisce quindi la sua vocazione e il suo essere parte del luogo in cui insiste. Elegge a protagonista il territorio che proprio qui vede rincorrersi gli antichissimi vitigni autoctoni del Carignano.
Il festival Piedi sull’Isola Carignano 2.0., rinsalda la collaborazione tra Luisa Camoglio, medico e proprietaria della cantina La casa di Sophia e la Fondazione MACC. Camoglio e MACC erano già legati dal vino“O”. Quest’ultimo è un carignano biologico prodotto dall’azienda vinicola e custodito in una bottiglia dall’originale etichetta, a firma del giovane artista Alberto Marci.
Il titolo del festival rimanda ai piedi di questi vitigni resilienti, autoctoni, non colpiti dalla fillossera. Un vero e proprio invito a camminare lentamente sul territorio attraverso i ritmi della natura. Piedi che affondano in questi terreni sabbiosi, come le radici di queste uve e come le radici della cultura tabarkina, oggi valorizzata dall’archivio multimediale Ràixe.
Due giorni di incontri online alla scoperta di questo straordinario territorio dove l’antica vite del Carignano cresce su bianchissime sabbie per donare al nostro palato la gioia dell’oro rosso.
Il progetto grafico è di Nicolò Bruno già in residenza al MACC per il progetto di Residenze Internazionali a cura di Claude Corongiu.
La modalità sarà online pubblico su pagine fb e youtube della Fondazione MACC, e vi saranno numerose partecipazioni tra cui gli enologi Alberto Covacci e Gabriele Lecca.