Nuova manifestazione davanti alla Regione per chiedere risposte su alloggi, mense e borse di studio. La Mobilitazione Studentesca da mesi si batte per garantire i diritti degli studenti universitari di Cagliari.
La manifestazione che si è tenuta martedì scorso sotto il Palazzo della Regione è solamente l’ultimo episodio di protesta degli studenti Cagliaritani. Da ormai un anno a questa parte, infatti, gli universitari si sono dovuti riunire per far rispettare i propri diritti di studenti. Nasce così dunque la “Mobilitazione Studentesca“, un gruppo apartitico e apolitico che ha riunito i plurimi problemi degli studenti per poterli identificare in un’unica voce. Troppe volte, soprattutto da parte dell’Ersu (ente che in prima linea dovrebbe agire per garantire il diritto allo studio), sono mancate risposte, soluzioni, azioni. Gli studenti hanno dovuto combattere un sistema che non garantisce loro tutto il necessario per poter affrontare in maniera serena e dignitosa la carriera universitaria.
Il diritto allo studio è un elemento fondamentale della società. Stiamo parlando della formazione delle generazioni che in futuro dovranno contribuire allo sviluppo della nostra isola. Come è possibile, nel 2021, sottovalutare ancora questi aspetti? Perché non garantire dei fondi da investire sul nostro stesso futuro? Per quale motivo i pochi fondi disponibili sono sempre filtrati, modificati, nascosti?
Una vicenda che oscilla tra Ente e Regione
Inizialmente, le manifestazioni condotte dalla “Mobilitazione Studentesca”, si rivolgevano in maniera diretta all’ERSU. Sin dai primi sit-in sotto la sede di Corso Vittorio Emanuele II sono stati pretesi dei chiarimenti, delle indicazioni, delle risposte. Non è arrivato nulla di tutto ciò. Studenti abbandonati in piena pandemia, disagi legati alle pessime condizioni delle infrastrutture (e dei relativi servizi) come mense e case dello studente. Poche e frammentate risposte per un intero settore che ha dovuto fare i conti con disagi economici e sociali.
L’Ente si è difeso più volte attribuendo la colpa di determinate azioni alla mancanza di fondi regionali. Un dirottamento della vicenda che si sposta dunque nelle aule del Consiglio Regionale. L’ERSU è un ente che ha il compito di amministrare, investire e distribuire i soldi legati al diritto allo studio. Ha dunque ragione nell’affermare che i fondi da stanziare sono disponibili grazie alle manovre della Regione, che a sua volta incassa fondi statali per garantire il diritto allo studio. Spesso, però, è stato l’Ersu stesso a non garantire servizi di base, manifestando una certa impreparazione in diversi ambiti. Questo ping-pong burocratico non ha fatto altro che rallentare ancora di più la risoluzione dei problemi, lasciando gli studenti, ormai stremati, in balia della tempesta covid.
La voce degli studenti
“Ci è sempre stato detto dall’Ersu di non avere soldi e di rivolgerci alla Regione, da dove nessuno ha mai proferito parola. Per il disegno di legge 107 sullo staff della Regione verranno stanziati 6 milioni di euro l’anno. Questa è una mancanza di rispetto verso gli studenti, una categoria che – come tante altre – avrebbe sicuramente bisogno di maggiori finanziamenti”.
Sono le parole di Luca Orunesu, studente della Mobilitazione Studentesca. Il fronte degli studenti è convinto nel portare avanti una battaglia che possa ridare dignità e diritti a un intero settore. In un contesto estremamente complesso come quello pandemico, gli studenti universitari non accettano di chinare la testa e si ribellano ad un sistema che ormai da troppi anni pone al primo posto l’interesse di pochi a discapito di un bene sociale e collettivo.
“Faremo sentire la nostra voce”. Questo dunque il messaggio collettivo della Mobilitazione. Il rispetto della legge e la tutela dei diritti sono concetti intoccabili che non devono mai essere ignorati o calpestati, a maggior ragione durante un periodo di crisi intensa per tutta la popolazione. La speranza è quella di vedere un settore universitario florido e perfettamente funzionante.
Lo dobbiamo a chi si impegna per il proprio ed il nostro futuro. La lotta degli studenti continua.