Online il report ACA sulla mobilità Erasmus

L’indagine evidenzia i dati dello staff accademico e amministrativo. Il lavoro dell’ACA prende in evidenza 75 mila domande fornite dal questionario europeo che i partecipanti dei nove Paesi hanno compilato.

L’ACA – Academic Cooperation Association ha recentemente pubblicato lo studio Erasmus+ Staff Mobility – Comparative data analysis. E’ realizzato con il supporto dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire e delle Agenzie Erasmus di Austria, Cipro Repubblica Ceca, Grecia, Islanda, Ungheria, Croazia e Slovenia.

L’indagine analizza alcuni aspetti che caratterizzano la mobilità europea ed extraeuropea dello staff accademico e amministrativo. Lo fa mettendo in evidenza le motivazioni alla partecipazione, l’impatto a livello personale e istituzionale, le modalità di riconoscimento delle attività svolte all’estero e la soddisfazione generale.

Il lavoro prende in esame 75.023 risposte fornite tra il 2014 e il 2019. Sono fornite al questionario europeo che i partecipanti dei nove Paesi hanno compilato al termine della loro mobilità. Le domande sono presentate in forma strutturata e nella maggior parte dei casi sono a risposta multipla. Di seguito, alcuni dei principali dati emersi.

Motivazioni

Se le motivazioni per un’esperienza di formazione all’estero sono legate per lo più al miglioramento dei servizi dell’istituto di appartenenza (61%) e all’acquisizione di competenze pratiche correlate all’attività lavorativa (60%), per l’86,6% dei docenti in mobilità per insegnamento la prima motivazione indicata è la condivisione di conoscenze e competenze con gli studenti.

Nel 73,7% delle risposte emerge, invece, la necessità di testare e sviluppare nuovi metodi di apprendimento e insegnamento. Tra le altre motivazioni ricorrenti troviamo l’acquisizione di competenze specifiche relative all’insegnamento (73,4%). Seguono la creazione di curricula e corsi congiunti (68,8% delle risposte) e il rafforzamento della cooperazione con le istituzioni partner (66,6%). Indicazioni che confermano la capacità di Erasmus di contribuire allo sviluppo delle competenze del personale docente e quindi al miglioramento generale della qualità dell’offerta formativa.

Impatto

Le mobilità Erasmus per formazione e per svolgere attività di docenza all’estero sono generalmente di breve durata. Pertanto è improbabile che si determini un impatto a lungo termine sulle istituzioni coinvolte, di invio e di destinazione. Tuttavia emergono risultati positivi sia a livello personale che professionale. Il 90% dei partecipanti concorda sul fatto che l’esperienza ha rafforzato o ampliato la propria rete professionale (Italia: 92,8%). Anche in merito all’acquisizione di buone pratiche, il 90% dei docenti e dello staff ha dichiarato di essere “molto d’accordo” o “abbastanza d’accordo” (Italia: 86,5%).

Per quanto riguarda l’aspetto più attinente all’attività di insegnamento, ben il 97% dei docenti (Italia: 98,7%) ha evidenziato l’importanza della condivisione con gli studenti delle conoscenze e competenze acquisite all’estero; si sono espressi in maniera meno positiva riguardo all’impatto sull’introduzione di nuovi metodi di insegnamento presso l’istituto di appartenenza (solo il 50% ha dichiarato, infatti, di essere “molto d’accordo” o “abbastanza d’accordo” su questo aspetto).

In merito all’impatto percepito sulla mobilità e sull’internazionalizzazione dell’Istituto di partenza, il 76,5% dei partecipanti concorda sul fatto di aver contribuito ad aumentare la qualità e la quantità della mobilità degli studenti o del personale da e verso il proprio istituto (Italia: 76,0%). Nel 72,6% dei casi, invece, hanno dichiarato di essere “molto d’accordo” o “abbastanza d’accordo” con l’affermazione secondo la quale la mobilità del personale ha contribuito all’internazionalizzazione dell’istituto (Italia: 77,6%). Questa tipologia di mobilità produce una maggiore cooperazione tra l’istituto di invio e le organizzazioni partner, confermato dal 73% delle risposte (Italia: 77,8%). Effetti positivi si riscontrano anche sull’istituto di accoglienza, dal momento che 3 partecipanti su 4 pensa di aver motivato gli studenti “non mobili” a intraprendere un’esperienza all’estero per studio o per tirocinio (Italia: 79,3%).

Riconoscimento

Dalle risposte emerge che i partecipanti italiani esprimono il livello più basso di soddisfazione in merito alle modalità di riconoscimento seguite dall’istituto di appartenenza. La percentuale di chi si dichiara soddisfatto oscilla tra il 50,6%, espresso appunto dall’Italia, al 71,5% indicato dai partecipanti della Repubblica Ceca, ovvero il 27,2% (valore massimo) dei docenti italiani si dichiara non soddisfatto a fronte del 7,7% (valore minimo) dei colleghi cechi.

Tuttavia il grado di soddisfazione relativo all’esperienza all’estero, nel suo complesso, è molto alto in tutti i Paesi che hanno preso parte all’indagine.

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