Twitter dà la possibilità agli utenti con almeno 600 follower di proporre le proprie “stanze” per le conversazioni vocali. E preannuncia i ticket, e i nuovi metodi per scoprire le chiacchierate sull’app
Continuano i movimenti sul fronte dei social network in formato audio. L’ultima mossa è quella di Twitter, che dà una fortissima spinta ai suoi Spazi vocali. Spaces, introdotti lo scorso dicembre, hanno fatto chiacchierare molto in termini di strategie della piattaforma. In realtà si è trattato, per diversi mesi, di un grande test: la possibilità di avviare degli Spazi audio era infatti inizialmente riservata a un gruppo limitato di utenti in tutto il mondo. Nel corso delle settimane quel gruppo è cresciuto, arrivando a contare alcuni milioni di utenti.
“Le persone si ritrovano già su Twitter per parlare di ciò che sta accadendo. Gli utenti hanno sempre seguito gli account sulla piattaforma sulla base dei loro tweet, e ora Spaces consentirà di ascoltare le loro voci e parlare in diretta degli avvenimenti di attualità o dei fatti più importanti. Le conversazioni su Twitter possono ospitare fino a dieci speaker, e chiunque su Twitter può unirsi come ascoltatore. L’host, cioè chi ha aperto quello spazio, può mutare gli speaker e cambiarli esattamente come accade sul concorrente Clubhouse che per primo ha innescato la febbre della voce in salsa social.
Twitter Spaces è disponibile sia sull’app iOS che Android. Quando qualcuno degli account seguiti partecipa a una conversazione, o ne lancia una, apparirà una bolla viola nella parte superiore della schermata dell’applicazione. Proprio dove di solito vengono visualizzati i “fleet”, cioè le storie che scompaiono dopo 24 ore. Quando si partecipa a una conversazione in qualità di ascoltatore si puo reagire a ciò che si ascolta con degli emoji, consultare i tweet fissati in alto nella conversazione come riferimento del tema della discussione, leggere i sottotitoli, scrivere un tweet o inviare un messaggio diretto direttamente alla conversazione di Twitter Spaces. Ovviamente si può alzare la mano e chiedere la parola.