Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda che il prossimo 15 maggio si celebra la Giornata internazionale delle famiglie, istituita nel 1994 dalle Nazioni Unite.
La Giornata internazionale delle famiglie fu istituita nel 1994 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per riconoscere questo importante nucleo fondante della società. L’obiettivo è quello di creare intorno ad essa una maggiore consapevolezza circa i processi sociali, economici e culturali che coinvolgono le famiglie nel mondo.
Molti paesi, nelle proprie leggi fondamentali, mettono al centro della società la famiglia. Alla famiglia sono stati dedicati articoli molto importanti e densi di grandi obiettivi morali e sostanziali. Tuttavia, spesso, le famiglie si trovano abbandonate a se stesse in pessime condizioni economiche, culturali, sanitarie, lavorative e sotto molti altri aspetti.
Ad esempio, l’art. 16 della Carta dei diritti universali dell’uomo, sancisce che gli uomini e donne hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia. Ovviamente in età adatta e senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
Sfortunatamente, tutt’oggi molti sono i paesi nei quali sono forti le discriminazioni razziali e religiose. Questi principi diventano fonte di scontri interiori per chi si trova in queste situazioni. Proprio la situazione pandemica che stiamo vivendo rimarca pesantemente queste diversità.
Il peggioramento dei disagi con la pandemia
I riti religiosi o le varianti del Covid possono essere motivo di fratture fra le famiglie, fra gli individui, fra gli Stati. Pertanto, ancora una volta la scuola si trova nella situazione di dover educare le nuove generazioni a dotarsi di strumenti critici per leggere e contrastare queste nuove discriminazioni.
A più di un anno dallo scoppio della pandemia mondiale le famiglie ed in particolare i bambini ed i ragazzi sono quelli che hanno pagato di più gli effetti sociali ed economici. Pertanto, chiediamo una particolare attenzione da parte del governo alle famiglie nella fase di allocazione delle risorse derivanti dal Recovery plan. Accogliamo con favore l’intenzione del governo di dare ai giovani l’opportunità di recuperare gli apprendimenti, ma soprattutto la socialità durante il periodo estivo con l’apertura straordinaria delle scuole.
Purtroppo i disagi che i giovani hanno subito non si saneranno in questi tre mesi ma comunque queste misure aiuteranno i ragazzi, soprattutto quelli con disabilità, a non restare soli ancora.
Le richieste del CNDDU
Il CNDDU, in preparazione del prossimo 15 maggio, resta in linea con il tema proposto dall’ONU: “Gli impatti delle nuove tecnologie sul benessere delle famiglie”. Suggerisce come attività didattica, da svolgere con gli insegnanti di lettere o di educazione civica, il dibattito sui desideri, sulle opportunità, sui timori e le paure del ritorno alla vita normale post Covid e di come le nuove tecnologie hanno modificato la vita e le abitudini dei giovani. Al termine del dibattito gli studenti potrebbero scrivere una frase o una parola da condividere con tutta la comunità scolastica sul sito web della propria scuola.
L’hashtag è #happyfamilytogether.
In questo tempo di pandemia, tra tanti disagi di ordine psicologico, oltre che economico e sanitario “i legami familiari” sono stati e sono ancora duramente provati. Rimangono nello stesso tempo il punto di riferimento più saldo, il sostegno più forte, il presidio insostituibile per la tenuta dell’intera comunità.