Covid: Governo-Regioni, ipotesi parametri Rt ospedalieri per ridisegnare i colori dell’Italia
Il Ministero della Salute ed il Cts, mercoledì prossimo fisseranno nuovi parametri sul Covid. Tutto ciò servirà a ridefinire i colori delle regioni dopo una riunione con quest’ultime. L’incontro sarà preceduto da una riunione dei tecnici delle Regioni per mettere a punto delle proposte. I presidenti di regione vorrebbero che, per stabilire i colori, non fosse più considerato l’indice di diffusione del contagio, ma l’Rt ospedaliero.
Incontro governo-regioni
L’analisi dei parametri che determinano l’Rt e il cambio di colore delle regioni saranno al centro dell’incontro tra governo e Regioni. Questo incontro è in programma mercoledì 12 maggio. Un incontro, cui dovrebbero partecipare il ministro della Salute Roberto Speranza e i ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, preceduto da una riunione dei tecnici per vagliare alcune delle proposte.
Secondo quanti si apprende, la volontà dei presidenti è di considerare non l’indice di diffusione del contagio per l’attribuzione dei colori, come avvenuto finora, ma l’Rt ospedaliero.
“Credo sia ragionevole e decisivo valutare l’utilizzo di nuovi parametri rispetto all’Rt per determinare fasce di colore e nuove aperture. Oggi siamo di fronte ad una situazione completamente diversa. Lo scenario è cambiato: sono state messe in sicurezza le categorie a rischio, e quotidianamente cresce la percentuale di cittadini immunizzati”, dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
“Sarebbe un errore – spiega Costa – non riequilibrare il peso dell’Rt con l’utilizzo di altri parametri. Tra le ipotesi che si stanno valutando ci sono, per esempio, quella dell’Rt ospedaliero e quella dell’indice legato alla vaccinazione: basandoci sui numeri che stiamo ottenendo con il piano vaccinale, potremmo vincolare certe riaperture al numero di dosi inoculate e alla percentuale di immunizzazione di determinate fasce d’età, penso agli over 80, 70, 60, agli ospiti delle Rsa, ai fragili”, aggiunge. “Insomma, le fasce più vulnerabili. Tutto ciò – conclude – ci permetterebbe, innanzitutto, di presentare un parametro concreto e comprensibile ai cittadini e assegnerebbe maggiore credibilità alle scelte”.