Lo studio sui tumori progredisce. Scoperta una immunonutrizione che potenzierebbe l’efficacia delle terapie
Esiste un legame diretto tra tumori e infiammazione e la sinergia di 3 nutrienti alla base dell’immunonutrizione, ovvero arginina, acidi grassi omega-3 e nucleotidi. Una notizia che rappresenta un grande passo nella terapia nutrizionale per gli oltre 2 milioni e 250mila pazienti oncologici e per i professionisti del settore. A conferma vi è uno studio pilota prospettico guidato da Franco Roviello dell’Università di Siena. Esso è stato pubblicato di recente su ‘Clinical Nutrition Espen‘. I suoi risultati evidenziano i principali benefici dell’immunonutrizione nella modulazione del microambiente tumorale e nell’attivazione del sistema immunitario. Sia nel recupero post-operatorio dei pazienti che durante il trattamento oncologico.
La lettura scientifica dei tumori
“In letteratura scientifica erano già presenti degli studi che evidenziavano i benefici dell’immunonutrizione per il paziente oncologico, ma non per quanto riguarda il meccanismo di azione e la variazione del microambiente dei tumori. Ecco perché c’è la volontà di condurre uno studio che vada ad indagare questi aspetti. In particolare nelle persone con neoplasie nel tratto gastro-intestinale, che per i trattamenti chirurgici a cui sono sottoposte sono anche quelle che hanno bisogno di una maggiore supporto” spiega Roviello, direttore Uoc Chirurgia oncologica Aou Senese e autore dello studio.
La ricerca
La ricerca è stata condotta su 24 pazienti (16 casi e 8 controllo) con tumori allo stomaco (50%) e colonretto (50%) in stadio II e III con età media 78.5 anni (44-90 anni). I risultati dimostrano l’efficacia sinergica dei 3 immunonutrienti (arginina, omega 3 e nucleotidi). Sia in fase peri-operatoria, che durante i trattamenti antineoplastici come chemio e radioterapia. Infatti, l’analisi immunoistochimica ha dimostrato che l’immunonutrizione promuove la risposta immunitaria antineoplastica con l’aumento dei linfociti T-citotossici e T-helper. E la riduzione dei linfociti Texhausted e T-reg sopprimendo la capacità del tumore di eludere il sistema immunitario.
In particolare, lo studio ha evidenziato differenze significative tra il gruppo di pazienti trattati con immunonutrizione e il gruppo di controllo non trattato in preoperatorio. Per 7 giorni prima della chirurgia, i 16 pazienti presi in esame sono stati trattati con 2 brick/die di Impact Oral. Formula unica immunonutrizionale assieme a Impact Enteral con un contenuto sinergico di arginina, acidi grassi ω-3 e nucleotidi dell’acido ribonucleico. Tutto in linea con il profilo compositivo, creato da Nestlé Health Science, azienda specializzata in soluzioni nutrizionali innovative.
La ricerca scientifica sull’immunonutrizione vanta una storia lunga più di 30 anni: i primi studi sugli effetti dei singoli immunonutrienti risalgono infatti agli anni ’80.
I benefici dell’immunonutrizione
Inoltre, i benefici dell’immunonutrizione non sono solo a livello clinico: grazie all’applicazione del trattamento nutrizionale. Si è osservata, infatti, una diminuzione della degenza ospedaliera di circa 2,5-2,9 giorni. Nonchè un risparmio del 40% sui costi ospedalieri per la gestione delle complicanze, stimata pari a circa 1.250 euro per ricovero.
“La presa in carico precoce del paziente, se associata ad un intervento nutrizionale con supplementazione orale a base di immunonutrienti, risulta utile nel medio-lungo termine per il raggiungimento di miglioririsultati clinici. Inoltre, con l’associazione di una formula immunomodulante a base di arginina, omega 3 e nucleotidi, il periodo di degenza di un paziente oncologico è minore, e porta dunque a una riduzione dei costi sanitari, con un impatto positivo sul Ssn. Quindi, il rapporto costi-benefici è assolutamente vantaggioso” ha dichiarato Riccardo Caccialanza, direttore Uoc Dietetica e Nutrizione Irccs Fondazione San Matteo di Pavia.
In futuro si auspicano ulteriori studi di approfondimento per identificare il sottogruppo di tumori che rispondono meglio all’immunonutrizione e correlare questi dati con la risposta alla chemioterapia e ai principali trattamenti oncologici ad oggi disponibili. L’obiettivo sarà l’inclusione dell’immunonutrizione nelle linee guida quale potenziatore delle terapie antineoplastiche e parametro per comprendere al meglio il comportamento biologico del tumore.