Maria Cristina Comparato con “Della Presenza” vince la XVII edizione. Secondo posto ex aequo per “Ruggine” di Francesca Artoni e “Lassù” di Beniamino Pisati. La mostra con i venti Portfolio finalisti è in esposizione al CIFA di Bibbiena (AR) fino al 6 giugno 2021
La FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, è un’associazione senza fini di lucro. Essa si prefigge lo scopo di divulgare e sostenere la fotografia su tutto il territorio nazionale, annuncia che Maria Cristina Comparato con il progetto “Della presenza” è la vincitrice dell’edizione 2020 di “Portfolio Italia – Gran Premio FUJIFILM”.
Al secondo posto ex aequo sono stati premiati “Ruggine” di Francesca Artoni e “Lassù” di Beniamino Pisati.
La proclamazione
La proclamazione del vincitore di “Portfolio Italia”, Maria Cristina Comparato, è avvenuta sabato 15 maggio con una cerimonia online. Questo poiché la consueta celebrazione che si tiene a fine novembre presso l’ottocentesco Teatro Dovizi di Bibbiena (AR) non si è potuta organizzare. Nel corso dell’evento è stata anche inaugurata presso il CIFA – Centro Italiano della Fotografia d’Autore la mostra con il portfolio vincitore e con tutti i finalisti delle 10 tappe della manifestazione.
Sempre nel corso della cerimonia di premiazione è stata presentata la XVIII edizione di “Portfolio Italia – Gran Premio FUJIFILM”. Essa prenderà il via il prossimo 29 maggio a Caorle (VE).
Con la proclamazione del vincitore di Portfolio Italia 2020 si è conclusa un’altra edizione della manifestazione. Essa, seppure svolta in parte online a causa della pandemia, ha fatto registrare numeri record con 882 autori partecipanti, oltre il 20% in più rispetto al 2019.
Della Presenza: il portfolio vincitore
Il lavoro vincitore, “Della presenza” di Maria Cristina Comparato, è un portfolio composto da 11 immagini a colori realizzate nel 2020. Con la segreta azione introspettiva dell’autoscatto l’autrice riflette sulla propria condizione dopo la diagnosi di una malattia, già in stadio avanzato. Tutto ciò conduce inevitabilmente a una serie di mutamenti, che mettono in discussione la propria presenza nel mondo. Da questo processo creativo è generata una sequenza d’immagini simboliche, che si succedono in sala di posa con lo stesso fondale. L’orizzonte chiuso tra il profilo di candide lenzuola e un muro chiaro liscio ma invalicabile. Questo spazio simbolico senza cielo, racchiuso nella limitatezza di un letto, ci fornisce gli elementi per comprendere il particolare stato d’animo di chi è privato della serenità per guardare al domani, perché ammalato. Col titolo “Della presenza” l’autrice declina la lettura dell’opera verso il dramma esistenziale di una giovinezza ferita da una patologia invalidante, anche nella sfera più intima. Nella sequenza fotografica il suo giovane corpo è la voce narrante del proprio vissuto. La sua forza espressiva ci mostra i segni di una energia morale enorme che l’autrice ha messo in campo per contrastare la deriva depressiva.
Gli altri vincitori
Al secondo posto ex aequo “Ruggine” di Francesca Artoni e “Lassù” di Beniamino Pisati.
“Ruggine” di Francesca Artoni, è un portfolio composto da 16 immagini a colori realizzate nel 2020. E’ un reportage che ci conduce diritti nel territorio della post- fotografia, nel caso specifico in quella pratica autoriale che prevede l’utilizzo in chiave critica di immagini di repertorio. Da un lato queste fotografie ci assalgono con l’interezza del dramma infiammando la nostra partecipazione. Dall’altro innalzano inevitabilmente l’asticella dell’indignazione, per cui, per manifestare il nostro sdegno, abbiamo bisogno di immagini sempre più forti. L’obiettivo di Francesca Artoni però è più concentrato a intessere un rapporto tra Storia e individuo tra ricadute collettive e personali. Cercando di comprendere se lo sguardo rugginoso con cui guardiamo gli avvenimenti del mondo sia sempre esistito o se la ruggine si è inspessita alla luce di eventi nuovi.
“Lassù” di Beniamino Pisati è un portfolio composto da 18 immagini in bianco e nero realizzate fra il 2009 e il 2020. Un decennio di lavoro sul fenomeno della pastorizia in quella terra di Valtellina, tradizionalmente legata al proprio mondo rurale. Il fotografo durante il lavoro ha conosciuto e condiviso vita con decine di alpeggiatori. Le immagini del fotografo richiamano gli stilemi del reportage classico, ma in ognuna vi sono più livelli di lettura. Ciò grazie all’utilizzo di piani immagine in cui primo piano, soggetto e sfondo alternano la propria funzione.
Il fotografo vincitore ha ricevuto quale riconoscimento finalizzato al prosieguo della sua attività fotografica 1.500 euro. Gli autori degli altri due portfolio secondi classificati, giudicati ex aequo, hanno ricevuto – per le stesse finalità – 500 euro cadauno.