Dagli Stati Uniti, le nuove regole contro la pressione alta. Il primo passo è cambiare stile di vita: ma non tutti ce la fanno. La giornata mondiale.
Lo chiamano “killer silenzioso“. Non provoca sintomi ma intanto opera sulle arterie. Oggi 17maggio è la giornata mondiale. La pressione alta col tempo porta ad un progressivo indurimento delle pareti arteriose, i vasi che diventano più stretti e rigidi, meno sensibili alle necessità dell’organismo. Col tempo anche la membrana più interna dell’arteria, chiamata endotelio, tende ad alterarsi favorendo l’insorgenza di lesioni aterosclerotiche.
Avere la pressione alta vuol dire vivere con valori pressori oltre quelli ritenuti normali.
I valori della pressione arteriosa (P.A.) sono determinati da numerosi fattori. Principalmente dalla forza contrattile del cuore e dalla rigidità delle arterie, ma il giusto equilibrio pressorio si può rompere per malattie renali, endocrine, per una alimentazione sbagliata , per fattori eredo-familiari, emotivi, ambientali, socio-economici, a volte per terapie con farmaci che in via collaterale possono aumentarla. In questi casi si parla di “ipertensione secondaria”, sostenuta da una causa ben precisa e riconoscibile. Nella maggioranza dei casi ci troviamo invece di fronte alla così detta “ipertensione essenziale”, ciò che non riscontriamo esami di laboratorio e/o strumentali alterati.
È consigliabile controllare regolarmente la pressione. Dai 35 anni in poi, soprattutto se si hanno genitori o parenti stretti ipertesi, anche in assenza di sintomi. Infatti non sempre ci si accorge di averla elevata o si scambiano i sintomi per disturbi di altra natura. Tra i sintomi si può elencare senso di pesantezza della testa, cefalea, vertigini, scintille negli occhi, sbandamenti, affanno sotto sforzo, palpitazioni, ronzii auricolari. Molte persone con valori superiori alla norma possono essere del tutto asintomatiche.