Neonatologi: diminuita la donazione del latte

Pubblicate le nuove raccomandazioni per la costituzione e l’organizzazione di una Banca del Latte Umano Donato. Per i neonatologi, causa anche l’emergenza covid, il latte umano donato non è più sufficiente.

La pandemia da Covid-19ha causato una forte riduzione della donazione di latte umano. Esso è fondamentale per la crescita di neonati prematuri e di quelli più fragili, che non possono riceverlo dalle proprie mamme. “Purtroppo la situazione di emergenza sanitaria, che stiamo vivendo da un anno, ha creato notevoli problemi per le Banche del Latte Umano Donato presenti nel nostro paese” affermano il Presidente della Società Italiana di Neonatologia Fabio Mosca ed il Presidente dell’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (Aiblud) – Onlus Guido Moro. “Molte delle più importanti banche hanno visto una riduzione significativa del numero delle donatrici nell’anno 2020. Questo in piena pandemia, rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia.

Ciò è motivato dai timori delle mamme a recarsi presso l’ospedale sede della Banca del Latte a donare e dalla sospensione, in alcuni casi, del Servizio di raccolta del latte al domicilio della donatrice per l’emergenza Covid. Questi dunque i timori dei neonatologi.

Un calo generale delle donazioni

In una visione di insieme prevale in Italia un netto calo delle donazioni. Anche se i dati sono strettamente correlati alla diffusione e gravità dell’evento epidemico nelle singole regioni. Ad esempio, in Lombardia, epicentro dell’emergenza sanitaria, la Banca “Nutrici” della Mangiagalli a Milano ha registrato un calo delle donatrici del 47%. Nel mentre la Banca del Latte dell’Ospedale Sant’Anna a Torino del 23% e la Banca del Latte dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma dell’8%. Stesso numero di donatrici nel 2019 e 2020 per la Banca del Latte Umano dell’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo. In controtendenza le Banche dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo e dell’Ospedale Meyer a Firenze (con un incremento rispettivamente del 3% e del 4%)”.

L’allarme viene lanciato dalla Sin e da Aiblud Onlus nella Giornata Mondiale della Donazione del Latte Umano, che si celebra il 19 maggio. Questa è un’occasione per presentare le nuove Raccomandazioni per la costituzione e l’organizzazione di una Banca del Latte Umano Donato.

Le raccomandazioni del team multidisciplinare

Prodotte da un team multidisciplinare di neonatologi, epidemiologi, dietologi clinici ed esperti esterni, tra i quali operatori delle Banche del Latte (Blud), le raccomandazioni rappresentano uno strumento per standardizzare ed ottimizzare la funzione delle Blud esistenti in Italia e definiscono i requisiti minimi indispensabili per costituirne di nuove. L’organizzazione e la gestione delle Blud devono garantire la sicurezza e la qualità del prodotto. Devono inoltre tutelare le mamme donatrici ed i neonati che ne beneficeranno. Ancora di più in epoca Covid, durante la quale sono stati inseriti dei protocolli aggiuntivi, tra i quali lo screening delle donatrici per SARS-Cov-2.

“Quando il latte materno è assente o insufficiente – spiega la Sin – il latte umano donato (LUD) rappresenta l’alimento per eccellenza per i neonati prematuri e le BLUD rivestono un ruolo fondamentale nel rispondere a questa esigenza. Le BLUD sono, infatti, strutture senza fini di lucro. Sono create con lo scopo di raccogliere, secondo i principi dell’HACCP e le più scrupolose norme igieniche, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da mamme idonee. Questo per utilizzarlo successivamente, per le necessità dei neonati pretermine ricoverati nelle neonatologie italiane. I principali vantaggi dell’utilizzo del Latte Umano di Banca per il neonato prematuro sono diversi. Riduzione dell’incidenza di intolleranza alimentare, di enterocolite necrotizzante, di displasia broncopolmonare, di sepsi e di altre infezioni, di retinopatia del prematuro, precoce raggiungimento dell’alimentazione enterale esclusiva, miglioramento degli outcome neurocognitivi e promozione dello sviluppo cerebrale.

Le banche del latte

L’utilizzo precoce del latte Umano Donato consente, inoltre, una riduzione dei tempi di degenza e favorisce la promozione dell’allattamento materno esclusivo nelle TIN. Recenti dati pubblicati dalle TIN italiane ed in uno studio statunitense evidenziano, infatti, che la presenza di una Banca del latte nella stessa struttura sede della TIN, o, comunque, la possibilità di usufruire del latte donato, sembra avere un impatto notevolmente positivo sulle percentuali di allattamento esclusivo alla dimissione (dati italiani: 60,4% vs 52,8% p<0,04).

Nel mondo si contano oltre 750 banche del latte umano donato distribuite in 66 paesi. Ogni anno 800.000 neonati ricevono questo alimento, che rappresenta un dono unico e molto speciale da parte di donne sensibili e generose.   Quasi la metà di queste banche è ubicata in Europa (270 banche operative). Le Banche del Latte distribuite sul territorio nazionale oggi sono 39, con una maggiore presenza nelle regioni del Centro-Nord. Esse confermano a livello europeo l’Italia come il paese col maggior numero di BLUD.

“La generosità deve superare la paura”, concludono Mosca ed Moro. “La cultura della donazione deve essere promossa e incentivata. Questo anche con l’aiuto delle istituzioni sia a livello locale che nazionale. Va fatto inoltre attraverso politiche mirate ad aumentare la disponibilità ed abbattere i costi del Latte umano donato. All’interno di un buon programma di assistenza sanitaria, ogni donna dovrebbe poter contare sulla vicinanza di una Banca del Latte e sapere che è possibile donare liberamente e in sicurezza, consapevole dell’importanza del gesto che andrà a compiere”.

About Mattia Atzeni

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