Una circolarità che sfiora il 100% e la tenuta della filiera nell’anno della pandemia. E’ quanto emerge dai risultati del Conou-Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati del 2020.
Durante la pandemia le immissioni al consumo hanno seguito un trend controverso. Lo dicono i dati del Conou. Su un totale di circa 369mila tonnellate di olio lubrificante immesse al consumo nel 2020, l’olio del settore trazione è sceso del 13%. L’olio impiegato dall’industria, grazie all’attività ininterrotta delle aziende italiane, è sceso solo del 7,5%. Ha dato, nel secondo semestre, un segnale di crescita di quasi il +5% sul 2019 poi consolidato al +8,5% tra settembre 2020 e febbraio 2021.
I numeri del Conou nel 2020
La filiera consortile ha provveduto nel 2020 alla raccolta di 171mila tonnellate di rifiuto, avviandone a rigenerazione la sostanziale totalità (169mila tonnellate). Questo con una produzione di basi lubrificanti di 109mila tonnellate ed una resa stabile del 65%. In termini percentuali la quota di rifiuto avviabile a rigenerazione nel 2020 ha interessato il 98,8% degli oli minerali usati raccolti, in lievissimo calo rispetto al 2019 quando furono il 99,9%. Solo 1,6 mila tonnellate sono andate a combustione e 0,3 mila a termodistruzione.
La flessione della raccolta raggiunta nel corso dello scorso anno è stata del 10,7% sul 2019. E’ motivata dalla compressione complessiva del 10% circa dell’immesso al consumo di nuovi lubrificanti nell’anno della pandemia. Il tasso di raccolta, equivalente al rapporto fra raccolto e immesso al consumo, si è attestato sempre al valore massimo raccoglibile (l’olio residuo dopo l’utilizzo), pari al 46,2% nel 2020 (era il 46,6% nel 2019). Il modello circolare del Conou ha consentito nel corso del 2020 un risparmio economico sulle importazioni di petrolio pari a 73 milioni di euro. Questo grazie al recupero dalla ‘risorsa rifiuto’ di nuove basi lubrificanti, bitumi e gasoli.
Le parole del presidente del consorzio
“Quest’ultimo anno è stato molto duro, c’è stata una grande difficoltà. La riduzione dei volumi che abbiamo avuto di circa il 10% con picchi più elevati nei momenti di crisi è stata una grande sfida anche per la rigenerazione perché in quel momento nessuno comprava basi e quindi anche le basi rigenerate non avevano uno sbocco sul mercato”, racconta all’Adnkronos Riccardo Piunti, neopresidente del Consorzio.
“Il Conou come equilibratore di questo sistema, sia economico che operativo, è riuscito a gestire questa problematica, ha aiutato i concessionari che erano in difficoltà e ha trovato degli sbocchi operativi per le basi rigenerate. Quindi nonostante l’enorme perdita di volumi, nel momento di picco della pandemia, noi siamo riusciti a mantenere la filiera in efficienza, a raccogliere con gli stessi standard di prima. Nessuna chiamata dei nostri clienti è rimasta invasa, abbiamo continuato a raccogliere l’olio”, conclude.