Bms, mevacamten migliora condizioni malati di cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, rispetto al placebo
Mevacamten, allo studio come possibile capostipite di una nuova famiglia di farmaci contro la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (oHcm). Confrontato con placebo ha mostrato di migliorare le condizioni di salute dei pazienti. Tutto a 30 settimane in una nuova analisi dello studio clinico di fase 3 Explorer-Hcm. I risultati sono stati presentati da Bristol Myers Squibb (Bms) al 70° Congresso annuale dell’American College of Cardiology (Acc). E pubblicati contemporaneamente su ‘The Lancet’.
Mavacamten
Mavacamten è un potenziale primo inibitore della miosina cardiaca per i pazienti con oHcm, riferisce il gruppo Usa in una nota. A 30 settimane la variazione risultava maggiore nei pazienti trattati con mavacamten rispetto a quelli trattati con placebo. Con benefici analoghi in tutte le sottoscale Kccq. Inoltre, rispetto a placebo, una percentuale più ampia di pazienti in trattamento con mavacamten ha raggiunto un considerevole miglioramento, clinicamente significativo.
La cardiomiopatia ipertrofica
La cardiomiopatia ipertrofica (Hcm) è una malattia cronica progressiva in cui l’eccessiva contrazione del muscolo cardiaco e la ridotta capacità di riempimento del ventricolo sinistro possono causare sintomi debilitanti e disfunzione cardiaca. Nei pazienti lo sforzo può portare ad affaticamento o mancanza di respiro. La patologia è inoltre associata a un maggior rischio di fibrillazione atriale, infarto, insufficienza cardiaca e morte cardiaca improvvisa.
Si stima che la cardiomiopatia colpisca una persona su 500. Tuttavia in numerosi pazienti non viene diagnosticata e/o è asintomatica.”Il Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire è un questionario a 23 punti malattia-specifico che quantifica i sintomi, la condizione fisica, la funzione sociale e la qualità di vita. Questa nuova analisi supporta ulteriormente le evidenze scientifiche che indicano il beneficio di mavacamten. Nel migliorare le condizioni di salute, i sintomi e la qualità di vita dei pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica. Siamo impazienti di offrire questa nuova terapia il prossimo anno ai pazienti”.