Immagini sempre più dettagliate con 66 ore di osservazione della galassia di Andromeda con il Sardinia Radio Telescopio.
Un’immagine della galassia di Andromeda completamente nuova, a 6.6 GHz, una frequenza mai sondata prima d’ora. E l’ottima risoluzione angolare del Sardinia Radio telescope di San Basilio, nel sud Sardegna. Ha permesso di definire nel dettaglio la morfologia e di ampliare così le conoscenze finora disponibili. È il risultato di una collaborazione scientifica fra la Sapienza Università di Roma e l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).
Enti e Università internazionali
Gli esiti dello studio, realizzato con la partecipazione anche di numerosi enti e università internazionali come la University of British Columbia, l’Instituto de Radioastronomia y Astrofisica – Unam in Messico, l’Instituto de Astrofisica de Canarias, l’Infrared Processing Analysis Center – Ipac in California, sono stati pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.
Decisive le 66 ore di osservazione con il Sardinia Radio Telescope e il consistente lavoro di elaborazione dei dati. I ricercatori sono riusciti a mappare la galassia con alta sensibilità.
“Combinando questa nuova immagine con quelle precedentemente acquisite – afferma Elia Battistelli del Dipartimento di fisica della Sapienza e coordinatore dello studio – abbiamo fatto significativi passi in avanti nel chiarire la natura della emissione di microonde di Andromeda, distinguendo i processi fisici che avvengono in diverse regioni della galassia”.
Nuove informazioni. “In particolare siamo riusciti a determinare la frazione di emissione dovuta ai processi termici legati alle prime fasi della formazione di nuove stelle. La frazione di segnale radio imputabile ai meccanismi non-termici dovuti a raggi cosmici che spiraleggiano nel campo magnetico presente nel mezzo interstellare”, aggiungono Federico Radiconi del Dipartimento di fisica della Sapienza e Sofia Fatigoni dell’Università della British Columbia.
I dati ottenuti
Con i dati ottenuti, per i ricercatori è stato possibile così stimare il ritmo di formazione stellare di Andromeda. Produrre una mappa dettagliata che ha messo in evidenza il disco della galassia come regione d’elezione per la nascita di nuove stelle.
Per ottenere questa immagine unica di Andromeda il team ha sviluppato e implementato dei software ad hoc. Hanno permesso, tra le altre cose, di testare nuovi algoritmi per la identificazione di sorgenti a più bassa emissione nel campo di vista attorno ad Andromeda. Il più vasto mai esaminato a una frequenza di 6.6 GHz. In questo modo i ricercatori hanno estratto dalla mappa un catalogo di circa un centinaio di sorgenti puntiformi, ovvero stelle, galassie e altri oggetti, sullo sfondo di Andromeda.
Per ottenere questa immagine unica di Andromeda il team ha sviluppato e implementato dei software ad hoc. Hanno permesso, tra le altre cose, di testare nuovi algoritmi per la identificazione di sorgenti a più bassa emissione nel campo di vista attorno ad Andromeda. Il più vasto mai esaminato a una frequenza di 6.6 GHz. In questo modo i ricercatori hanno estratto dalla mappa un catalogo di circa un centinaio di sorgenti puntiformi, ovvero stelle, galassie e altri oggetti, sullo sfondo di Andromeda.