Indagare su cause e analogie tra passato e presente nelle migrazioni contemporanee. Questa è la missione di Memorie migranti di un’altra Sardegna.
E’ un progetto transnazionale sulla valorizzazione dell’heritage culturale e sociale delle tante “isole sarde”. Questo tramite un’opera di tutela, catalogazione e valorizzazione del patrimonio archivistico di sodalizi, associazioni e personalità sarde d’oltremare. Il progetto nasce da un’idea dei Sardi A.Gramsci di Torino, fondata nel 1968 su iniziativa di operai, intellettuali e studenti giunti in Piemonte dalla Sardegna. Vogliono “dare agli emigrati sardi gli strumenti formativi atti alla difesa più efficace di tutti i loro diritti sia come lavoratori che come liberi cittadini”.
Durante una crisi sociale e sanitaria senza precedenti, l’associazione presieduta da Enzo Cugusi si fa portavoce di un progetto che intende rafforzare il ruolo civico delle istituzioni attraverso la memoria delle migrazioni sarde. Un’iniziativa culturale pensata per stimolare un dibattito costruttivo e partecipato nella nostra democrazia su tematiche come la percezione e conoscenza collettiva dei fenomeni migratori.
“La valorizzazione della memoria dei sardi della diaspora (su disterru) – sottolinea il responsabile del progetto, il cagliaritano Francesco Pongiluppi, ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino – parte necessariamente dalla tutela e salvaguardia delle testimonianze scritte e orali, degli oggetti e delle immagini che rischiano altrimenti di scomparire. Solo stabilendo una connessione tra passato e presente possiamo costruire una memoria storica capace di generare contenuti e stabilire connessioni tra storie, cittadinanza e solidarietà”.
Enti partecipanti
“Memorie migranti” vede impegnato un significativo investimento di risorse delle principali istituzioni del sapere torinese. Queste sono rappresentate dall’Università di Torino, la Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, gli archivi del Polo del ‘900 e il CPIA “Tullio De Mauro”. Insomma, un’occasione per costruire ponti e rafforzare la cooperazione culturale con l’Isola. A sostegno di questo hanno aderito il Dipartimento di Lettere, lingue e Beni Culturali dell’Università di Cagliari, il Museo dell’Emigrazione Sarda di Asuni, i CPIA di Cagliari e Oristano, la Fondazione di Sardegna, principale ente finanziatore.
Partendo dalla valorizzazione del patrimonio archivistico sull’emigrazione sarda, il progetto ha l’ambizione di costruire una memoria che sia strumento civico fruibile, trasmissibile e contaminante. Un percorso fatto di mostre, laboratori didattici e convegni per tutto il 2021 e il 2022. Si attuerà nei territori di Torino, Cagliari, Oristano, Asuni, Quartu Sant’Elena, e di altri comuni interessati e infine Copenaghen, dove ha sede l’associazione Sarda Incantos.