Il Cada Die Teatro apre le porte del Centro d’Arte e Cultura La Vetreria di Pirri a ex detenuti per riprendere in mano la loro vita sociale.
Parte il 1 giugno il nuovo laboratorio gratuito del Cada Die Teatro. E’ ideato e diretto dagli attori e registi Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu. Parallelamente alle esperienze artistiche vissute dentro le carceri, hanno deciso di partire da semplice domanda “che ne sarà di loro finito il percorso detentivo?”. Si cercherà di favorire l’acquisizione di tecniche e competenze teatrali in un contesto protetto dove tutti potranno mettersi in gioco e dove verranno incentivati la collaborazione e l’ascolto reciproco.
Compagni di viaggio irrinunciabili per la realizzazione del progetto sono i docenti del CPIA 1 Karalis, grazie ai quali sono coinvolti studenti e adulti che hanno avuto esperienze carcerarie, di affidamento, o che abbiano vissuto o vivano situazioni di particolare disagio. Sarà fatta una selezione tra le domande dei partecipanti per un massimo di sette allievi. Se in questa prima fase gli incontri si svolgeranno a Pirri, da settembre ci si sposterà all’interno di un edificio scolastico dove opera il CPIA. Si concluderà a dicembre con un saggio finale.
L’iniziativa
Il laboratorio sarà incentrato su un testo inedito della scrittrice sarda d’origine, danese d’adozione, Maria Giacobbe che suggella una volta di più la collaborazione con i Cada Die. Ci si concentrerà sulla realtà della Sardegna degli anni ’60 e ’70 quando venne finanziata l’industrializzazione dell’Isola e nacquero poli chimici e petrolchimici. In tanti si illusero che quei grandi investimenti sarebbe stati un’opportunità di crescita e di riscatto; altri temevano che un’improvvisa trasformazione della millenaria economia agropastorale avrebbe avuto effetti devastanti sul territorio, sulla salute, sull’identità di un intero popolo.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto nazionale “Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere con la cultura e la bellezza”. Giunto alla sua terza edizione, e finanziato nell’Isola dalla Fondazione di Sardegna. L’idea promossa da Acri e sostenuta da 10 Fondazioni bancarie, da 3 anni coinvolge circa 250 detenuti di 12 carceri italiane. In Sardegna è coinvolta la Casa Circondariale di Uta che ormai da diversi anni collabora con la compagnia cagliaritana.