Studio Bambin Gesù su 3mila operatori di 18-75 anni mostra crollo contagi e durata immunità, anche rientrando in contatto con il virus.
Lo studio è stato effettuato su oltre 3mila operatori sanitari tra i 18 e i 75 anni. Carlo Federico Perno, responsabile di microbiologia e diagnostica di immunologia, ha spiegato che “la percentuale di chi si è infettato di Covid dopo la vaccinazione è 0,7% degli operatori sanitari immunizzati”. Inoltre, questi pochissimi casi non hanno sviluppato la malattia, “se non in forme blande”, e senza condurre all’ospedalizzazione o la morte.
“Dal monitoraggio effettuato su oltre 3mila operatori che hanno ricevuto il vaccino” contro il Covid “emerge che assistiamo a un crollo delle infezioni. Parliamo di percentuali altissime: il 90% dei vaccinati, anche rientrando in contatto con il virus, non si è più riammalato. Mentre la restante percentuale non ha avuto nessuna conseguenza di rilievo”. Lo sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che commenta i risultati di uno studio condotto dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
“Questi dati sono fondamentali e importantissimi in questa campagna vaccinale che, come vediamo, funziona e sta dando ottimi risultati e la scienza lo dimostra. Gli sforzi di tutti sono determinanti, la fiducia si costruisce lavorando insieme per sconfiggere il virus e riprenderci la nostra quotidianità con serenità”.
Gli anticorpi
Un altro studio di qualche settimana fa dall’ospedale San Raffaele di Milano con l’Istituto Superiore di Sanità, aveva evidenziato la durata degli anticorpi. I risultati di queste osservazioni vanno letti anche in vista di una possibile terza dose: “La terza dose fa parte della maggioranza dei protocolli tipici delle vaccinazioni dell’infanzia. La sua eventuale somministrazione non rappresenterebbe una sconfitta, ma semplicemente una normale procedura ben nota agli addetti del settore”, ha concluso Perno.
“Un altro aspetto che ritengo importante dello studio – rimarca – riguarda il perdurare degli anticorpi: anche diminuendo nel tempo, mettono in luce gli autori, continuano ad avere ‘memoria’ del virus e a rispondere positivamente”.