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Film (e serie): i migliori 10 che raccontano gli hacker

Da “The Italian Job” (quello del 1969) a “Blackhat”, i migliori 10 film dedicati alla cybersicurezza, un tema amato e odiato.

Che rapporto ha il mondo del cinema con il mondo degli hacker? A volte buono, altre pessimo: mai come nel caso dell’hacking, il compromesso tra realismo e finzione comporta grandi e dolorosi tagli nella narrazione delle vere tecniche utilizzate dai maghi di computer e reti. Tanto è vero che i film se la cavano molto meglio quando c’è da raccontare la vita, più che il lavoro (spesso “sporco”), di un hacker.

Il film The Italian Job (1969/2003)

C’è una sola scena, che però fa finire di diritto questo gioiello tra i magnifici dieci. E vale sia nel caso dell’opera originaria (quella del 1969), sia nel remake del 2003. In entrambi i casi, è la scena di un maxi incidente indotto dal sistema semaforico mandato in tilt. Ovviamente, è un escamotage dei ladri: negli anni ’60 con quello che c’era all’epoca, nei 2000 con una buona dose di hacking. A tutti gli effetti, la prima apparizione cinematografica dell’hacking contro i dispositivi dell’Internet of Things. E un monito per il futuro.

WarGames (1983)

È il pioniere assoluto nel campo dell’hacking hollywoodiano. Uscito ormai quasi 40 anni fa, cioè un paio di ere geologiche fa in ambito informatico, oggi fa un po’ sorridere guardare le tecnologie mostrate, che però erano coerenti con quelle dell’epoca. WarGames racconta di un mondo sull’orlo di una guerra termonucleare, scatenata da ragazzini particolarmente abili con la materia informatica e con troppo tempo libero a disposizione. In fondo l’idea di hacker, all’epoca, era proprio questa. Tecnologie arcaiche a parte, è un film che rende palpabile l’emozione di sferrare un attacco hacker.

I signori della truffa (1992)

Un’agenzia di penetration test come protagonista, intrusioni e reati informatici, tecniche crittografiche e sistemi per decodificarle. Il film di Phil Alden Robinson (con Robert Redford) è un concentrato di hacking, hacker e tecniche annesse come raramente se ne son visti nella storia del cinema. Il tutto, però, viene proposto con una visione molto realistica e naturale. Un film con 2 livelli di lettura: un divertente passatempo con gente che smanetta sui computer; un ottimo esempio di attività di hacking strutturate e pianificate nei dettagli.

Hackers (1995)

Gli allora giovanissimi Jonny Miller e Angelina Jolie si ritrovano invischiati in un’intricata storia dove, per la prima e forse unica volta nel mondo del cinema, l’obiettivo stringe più sulla comunità hacker che sui prodigi del singolo. In questo senso, Hackers si rivela innovativo e profetico, anche per via dell’utilizzo di tecniche di ingegneria social sopraffine. Qualcuno ne critica l’eccessiva spettacolarizzazione del mondo underground, ma da un film nato quando Internet era ancora un oggetto quasi sconosciuto non c’era d’aspettarsi nulla di diverso.

Independence Day (1996)

Uno dei colossal fantascientifici più amati dal grande pubblico, trova nell’hacking il principale snodo narrativo: cosa fare contro una razza aliena spietata e all’apparenza imbattibile, che trova dimora sicura nella sua astronave madre? Forse attaccare quest’ultima? Nemmeno per sogno: i protagonisti confezionano un malware ad hoc che poi caricano nel sistema operativo della nave, mettendola fuori combattimento e dando il via alla controffensiva terrestre. Per quanto semplice e breve, nell’economia del film, questo gesto contiene tutta la potenza e l’impatto di un vero attacco hacker.

23 (1998)

Film tedesco praticamente sconosciuto, da non confondere col terribile flop The Number 23 con Jim Carrey, riprende (un po’ alla larga) una vicenda legata al Chaos Computer Club. Di cosa si tratta? Di uno dei più celebri e storici gruppi di hacker del pianeta, nato nel lontano 1981 e che oggi vanta oltre 7700 membri. Ha una trama piuttosto banale, ma è intriso di tecniche hacker e non fa nulla per renderle digeribili a chi ne sa poco. E questa, per chi cerca materiale sull’argomento, è un’ottima notizia.

In Ascolto – The Listening (2006)

Misconosciuto film italiano, non punta tutto sull’hacking, ma trova diversi espedienti interessanti per trasformare il delicato argomento delle intercettazioni in un’avvincente spy-story. Un sistema d’intercettazione globale e il suo abuso sono al centro di una vicenda ben costruita e che mostra non tanto gli hacker, ma uno dei loro principali obiettivi: la lotta alla sorveglianza.

Millennium – Uomini che odiano le donne (2011)

Che lo si legga come romanzo, lo si veda nell’originale versione svedese o nel riadattamento americano, la sostanza non cambia: un avvincente thriller nel quale la protagonista, Lisbeth Salander, è un’abile hacker pronta a scoprire la verità con le sue doti informatiche e investigative. Nel film si utilizzano veri tool di hacking e soprattutto si sdoganano una volta per tutte alcuni stereotipi legati a questo mondo: gli hacker non devono essere necessariamente sfigati, possono avere tanti tatuaggi e, soprattutto, possono essere donne. E meno male.

Infine il film Blackhat (2015)

È probabilmente il film più sottovalutato quando si parla di hacking, eppure ha tutto quel che serve per solleticare l’interesse del semplice spettatore e soddisfare la voglia di realismo del più esperto in materia. Per esempio, un’intrusione informatica in una centrale nucleare (che ammicca non poco al caso Stuxnet), un hacker dalla parte dei cattivi e uno a dargli la caccia mentre è tempestato di conflitti interiori.

Tra i film anche la serie Mr. Robot (2015)

Viene naturale ritrovarselo in questo elenco, grazie all’eccellente lavoro del team di produzione, che non a caso si è avvalso della consulenza di veri hacker ed esperti di cyber-security. Specie nei primi episodi, questa serie mostra il perfetto bilanciamento tra l’utilizzo di tecniche di hacking puro e social engineering, condendo il tutto con tocchi di classe come le tecniche basate sull’utilizzo di gadget (chiavette infette, circuiti Arduino e così via). Dopo la scorpacciata iniziale si perde un po’ troppo con monologhi interiori e paranoie, e questo, dopo tanta abbondanza, infastidisce un po’.

About Elisabetta Serra

Studentessa di Beni Culturali e Spettacolo presso l'Università di Cagliari.

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