Nuova ristampa del romanzo dopo il successo ottenuto nel 2012. Un racconto divertente sulla maternità che riflette la contemporaneità.
Eleonora Mazzoni torna con una nuova ristampa del suo romanzo “Le Difettose”. Un racconto divertente e amaro di un mondo multiforme e misterioso, quello della maternità, naturale e artificiale. Ci dona uno spaccato veritiero e non convenzionale della nostra contemporaneità.
La protagonista della storia è Carla. Una quasi quarantenne affascinante che ha un uomo che adora e un lavoro che l’appassiona. L’unica cosa che le manca e desidera di più: un figlio che non riesce ad arrivare.
Carla, dopo svariati tentativi, si rivolge a un Centro di Procreazione Assistita. Scoprirà un esercito di donne che, come lei, cercano un figlio con un’ostinazione cristallina.
Eleonora Mazzoni racconta con grande delicatezza e senza essere mai scontata un tema cruciale dei nostri tempi. Il racconto di donne che si sentono o vengono considerate “difettose” per non riuscire a realizzare uno dei desideri apparentemente più basici e alla portata di tutte. In lavorazione anche una serie tv.
Al momento la Mazzoni sta lavorando al suo nuovo romanzo: il protagonista sarà Alessandro Manzoni.
NOTE DELL’AUTRICE
“Sono anch’io una difettosa”: cominciano quasi sempre così i messaggi che da 9 anni ricevo dalle mie lettrici. Nel XXI secolo la maternità vedrà un corpo a corpo sempre più acceso tra natura e scienza. Dagli anni ’70 in poi, la maternità è diventata una scelta, come sposarsi o se e quando avere un figlio. Ma è anche vero che spesso succede che nel momento in cui ci sentiamo pronte per un figlio, un figlio non sia pronto per noi. Così, mentre la cultura in cui siamo immerse ci spinge ad essere efficienti, a credere che tutto sia sempre possibile, siamo costrette a scoprire che la medicina ha spostato i limiti in avanti, eccome, ma non li ha tolti. E la realizzazione dei nostri desideri non è regolata esclusivamente dalla nostra volontà. C’è una parte insondabile e incostante che non si riesce a imbrigliare: i latini, tanto amati dalla protagonista del mio libro, la chiamavano fortuna.