Li chiamano bambini zebra, hanno un quoziente intellettivo sopra la media ma anche una profonda ipersensibilità.
Li chiamano bambini zebra. Hanno un quoziente intellettivo sopra la media ma anche una profonda ipersensibilità. E stanno aumentando. Per questo è diventato fondamentale formare genitori, scuola e società a supportarli correttamente nel loro sviluppo.
Li conoscono in pochi, pur avendoli a volte in famiglia. Difficile sentire parlare dei bambini “plusdotati”, sebbene le statistiche indichino che il 5% dei piccoli italiani vivano questa condizione.
È un mondo poco conosciuto, il loro: fatto di perdita di autostima, abbandono scolastico e isolamento sociale. Segni chiari eppure così difficili da riconoscere. Chi li segue punta a curarli, ma soprattutto a riconoscerli per farli uscire dalla loro invisibilità.
Bambini plusdotati
Molte mamme arrivano dalla psicologo ed esclamano: «Mi sembra che mio figlio sia particolarmente sveglio, come se avesse una marcia in più». Tra un bambino semplicemente brillante e uno “plusdotato” ci sono alcune differenze, difficili però da riconoscere: anche agli occhi dello specialista. Il bambino brillante è interessato, attento, ha buone idee, apprende con facilità. Il bambino “plusdotato” è estremamente curioso e generalmente portato a preferire le novità: ha idee strane e bizzarre, bighellona, è al di là del gruppo. È un acuto osservatore e custodisce tutti i dettagli con cura, potendo contare su una buona capacità mnemonica.
Quale aiuto?
«I soggetti ad alto potenziale sono individui dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media – spiega Maria Assunta Zanetti, ricercatrice di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Pavia e direttore scientifico del LabTalento, unico centro universitario in Italia a occuparsi di plusdotazione -. Queste possono riferirsi ad ambiti molto diversi tra loro: scolastico, artistico, motorio e socio-emotivo. In pochi, però, le riconoscono.
Così i bambini possono diventare ipersensibili, sviluppare difficoltà relazionali e, godendo di particolari ed elevate abilità cognitive, vivere un sviluppo emotivo che non procede di pari passo con quello intellettivo». Non si tratta di curarli, dunque, ma semplicemente di assecondare le loro caratteristiche, per fare in modo che possano esprimersi pienamente: senza contraccolpi.
I consigli riguardano genitori e insegnanti, chiamati a concentrarsi sugli aspetti positivi del comportamento del bambino ad alto potenziale e a concedergli il giusto tempo libero per esprimere appieno la propria creatività. Un aspetto piuttosto critico nei bambini particolarmente dotati è la difficoltà ad autodisciplinarsi: poiché sperimentano sin da piccoli una relativa facilità nell’apprendimento e nella soluzione dei problemi, possono convincersi che a garantire il successo non è tanto lo sforzo personale investito quanto la loro innata abilità.