Il Polo Universitario Penitenziario (PUP) dell’Università di Sassari si rilancia per un futuro sempre più inclusivo.
Il Polo Universitario Penitenziario (PUP) dell’Università di Sassari riparte, dopo un anno di didattica completamente a distanza. Si rilancia per un futuro sempre più inclusivo grazie al miglioramento dei servizi e all’incremento della rete di partenariato istituzionale.
Nonostante tutti i disagi causati dalla pandemia, il PUP UniSS si è risollevato portando avanti un progetto pilota nazionale per l’informatizzazione delle aule didattiche penitenziarie e tessendo una fitta rete di collaborazioni istituzionali. Nell’autunno 2020, si è giunti alla firma di un nuovo protocollo d’intesa non solo con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, ma anche con l’Ufficio Interdistrettuale per l’Esecuzione Penale Esterna e con il Centro per la Giustizia Minorile, entrambi di Cagliari.
Lo sforzo è stato premiato anche dall’ottenimento di finanziamenti dedicati, per due anni consecutivi (2020 e 2021), dalla Fondazione di Sardegna, pari appunto a 32.000 euro. I finanziamenti serviranno a selezionare risorse umane qualificate per supportare la capillarità dell’offerta didattica penitenziaria sia all’interno delle carceri (di Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio) sia all’esterno, per persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria in carico agli Uffici EPE di Sassari e Nuoro e al Centro Polifunzionale per Minorenni di Sassari.
Nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, infatti il numero di studenti detenuti iscritti all’Università di Sassari si è mantenuto costante rispetto all’anno precedente.
Il Rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti si ritiene soddisfatto: “Siamo orgogliosi di aver fatto laureare due studenti detenuti durante la pandemia e di aver consentito agli altri di acquisire il 61,5% dei CFU annui nel periodo interessato dall’emergenza. Questi risultati ci spingono a fare sempre di più e sempre meglio in sinergia con il Ministero della Giustizia”.