In Italia oltre 3.5 milioni di pazienti dichiarano di essere affetti da diabete, ma le stime parlano di 5 milioni con un costo sui 9 miliardi.
Questa malattia è causa di 73 decessi al giorno in Italia. Nel panorama nazionale la Regione Sardegna presenta forti criticità epidemiologiche per diabete. Da sempre infatti detiene il triste primato italiano di incidenza di diabete di tipo 1, con oltre 12.000 adulti; più di 1.500 under 18 e circa 120 nuovi casi di diabete tipo 1 diagnosticati nella fascia di età 0-14 anni. E con questi numeri raggiunge un triste primato collocandosi ai vertici della classifica mondiale, seconda solo alla Finlandia.
L’Assessorato alla Sanità della Sardegna, in stretta sinergia con il Consiglio regionale, ha aumentato i fondi per garantire a 124mila diabetici in terapia insulinica multiniettiva i freestyle. Ha ricostituito la Consulta del diabete e ora l’obiettivo è andare a definire le nuove linee guida per le nuove gare anche dei sensori.
Ma sono ancora tanti i passi da fare per mettere al centro il paziente. Tra i quali la mancanza di dati per costruire un quadro epidemiologico puntuale. Nell’ultimo biennio 2019-2020 si sono registrati 237 nuovi casi di diabete in età pediatrica e con complicanza di chetoacidosi nel 28%, con una incidenza di 64 nuovi casi ogni 100mila bambini in un anno rispetto ai 59 registrati nel biennio precedente.
Motore Sanità e Diabete Italia Onlus hanno aperto un tavolo di confronto dal titolo “LA PANDEMIA DIABETE IN REGIONE SARDEGNA” per ottenere un grande impegno di tutti Istituzioni, clinici, caregiver, farmacisti, pazienti ad ottimizzare ognuno di questi aspetti.
“Questo incontro vorrei che fosse una opportunità per creare delle nuove strade da percorrere insieme. Medici, pazienti, istituzioni, per il paziente diabetico” si è appellata Mariangela Ghiani, Presidente SID. “Purtroppo da un punto di vista epidemiologico della malattia abbiamo solo dati indiretti. Inoltre una rete diabetologica non esiste in Sardegna. Sono presenti Pdta locali, ma ciò di cui abbiamo bisogno sono Pdta applicati su tutto il territorio regionale. Tutto questo si può fare solo se saranno ricostituiti i tavoli tecnici. Se si mette il paziente al centro e se torniamo a parlare di diabete insieme, cercando soluzioni condivise”.