Nonna Rina, così è chiamata affettuosamente dai quartuccesi, mantiene viva la storia di uno dei più importanti comuni della città metropolitana di Cagliari
Rina Daga, punto di riferimento per gli amanti del folclore, in aggiunta a questo custode per eccellenza della tradizione popolare a Quartucciu. Quartucciu, importante centro della città metropolitana di Cagliari, nel sud della Sardegna, presenta parchi naturali e siti archeologici. Inoltre resta viva la tradizione dell’artigianato specie nei manufatti tessili, nell’intreccio e nella produzione di pani e dolci. In un’epoca in cui bisogna essere al passo con i tempi, dove tutto è veloce, Rina Daga, in questo modo, mantiene vivo il passato, ravviva il presente e rende speranzoso il futuro degli aspetti culturali quartuccesi.
“Mi dedico a cucire e ricamare i costumi per mie figlie -commenta nonna Rina-, così possono indossarli quando passa Sant’Efisio. Non solo anche nelle processioni dove con la mia famiglia siamo invitati a partecipare. Ricamo per mantenere in vita questa tradizione, affinchè ne rimanga traccia. Soprattutto, perchè credo, almeno al momento, di essere l’ultima ricamatrice di Quartucciu che si dedica agli abiti sardi”.
La sua casa in via IV Novembre è un vero museo dei ricordi. Due sono gli elementi centrali: foto e antiche cassapanche, che come scrigni, contengono gli abiti che nonna Rina ramenda da quasi 60 anni.
“Per me gli abiti sardi rappresentano tutto -continua-, tutto è iniziato quando ho cucito il primo abito per mia figlia Rita che ha 55 anni. All’epoca aveva diciassette mesi e l’abbiamo portata, con mio marito, per la prima volta alla processione di Sant’Efisio. La bambina aveva piccoli problemi di salute, per questo motivo ci siamo invocati al santo che ci ha fatto la grazia. Infatti si è ripresa e così abbiamo deciso di portarla in onore de martire”.
Ogni anno con cura e amore fa trovare pronto a ciascuno dei suoi cari l’abito che indosseranno alla manifestazione.
“Tenere viva la tradizione a sua volta mantiene unita la nostra famiglia -conclude-, tra poco compirò 86 anni e fortunatamente ho ancora una buona vista. Cosa che mi permette di ricamare e fornire gli strumenti, affinchè sia trasmessa alle nuove generazioni”.