Lo storico Carlo Ruta fa partire gli Annali di storia. L’adesione forte di numerosi studiosi internazionali e una redazione ben selezionata.
Lo storico Carlo Ruta fa partire gli Annali di storia. «Riprendiamoci la storia» potrebbe essere la parola d’ordine di questo progetto d’eccellenza che nasce in Italia.
Un antefatto di rilievo è costituito dall’esperienza della Storia dei Mediterranei. Una serie di testi specialistici, di struttura collettanea, usciti nell’arco di alcuni anni sotto la direzione scientifica di Carlo Ruta. Un’idea della storia che interagisce fortemente con alcune tra le più feconde e innovative correnti storiografiche del Novecento e dei primi anni di questo secolo.
Gli Annali sono dotati di un comitato internazionale. Nomi tra i più illustri sul piano della ricerca storica mondiale: da Peter Burke; Pamela Crossley; Clemente Marconi; Juan Carlos Moreno García. Nella redazione degli Annali lo storico anche una cerchia di specialisti di varie discipline. Scelti tra coloro che più decisamente puntano sull’innovazione e che credono nell’interazione strategica delle scienze.
Il varco storiografico è ben sintetizzato nella premessa dell’Annale dedicato a Imperi e culture tra terra e mare. Si legge tra l’altro: «La storia dei Mediterranei, come il lettore può facilmente rilevare, va oltre se stessa, ricollocandosi in una dimensione aperta. L’Europa, in particolare, finisce di essere il centro-motore del discorso storico e il modello di riferimento.
In un’epoca tanto lacerata e difficile da definire come la presente, è importante mettere in guardia dalle concettualizzazioni di mondi antichi produttori di modelli, e ancora dall’idea di una modernità arroccata in regioni privilegiate della Terra, destinata a progredire, a distribuire risorse e lumi al resto delle popolazioni e, infine, a migliorare la condizione umana nella sua interezza. Occorre arginare la concezione modernista di un progresso riverberante. Occorre fare i conti allora, giorno dopo giorno, con uno dei mali oscuri più persistenti della storia, che si nutre di pregiudizi, occidentalismi, etnocentrismi e, perché no, anche di mediterraneismi».