Un nuovo studio sul virus – induce le cellule all’autodistruzione.
Individuato un nuovo complesso meccanismo d’azione con cui il coronavirus. Le cellule infette vengono spinte al “suicidio”, alla morte – in gergo tecnico apoptosi – proprio dal virus.
Lo studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Hong Kong. I test su animali e su cellule umane coltivate in laboratorio con il virus Mers-Cov, molto simile a Sars-Cov-2. A questi si aggiungono anche prime prove basate sul nuovo coronavirus.
I risultati sono ancora piuttosto preliminari; aprono una strada di ricerca, per il futuro, di nuove opzioni terapeutiche contro Covid-19: un percorso, quello dello studio di nuove terapie, che non deve mai essere abbandonato, anche ora che abbiamo i vaccini.
Il virus utilizzato non è Sars-Cov-2 ma gli “somiglia”, dato che appartiene alla stessa famiglia e rientra fra i coronavirus in grado di infettare l’essere umano. Gli scienziati hanno esaminato il comportamento nell’epitelio bronchiale e le sequenze di trascrizione di mRna.
Dall’esame è emerso che alcuni geni coinvolti nel fenomeno della morte cellulare erano molto presenti o meglio, sempre in gergo tecnico, “molto espressi”. I risultati dei test dimostrano che il virus riesce a spingerle ad auto-annientarsi in una morte programmata.
Si tratta di un’azione di autodifesa che serve alle cellule stesse a trovare scampo dal virus, ma che allo stesso tempo le danneggia in maniera irreparabile.
Inoltre i ricercatori hanno studiato come agire per contrastare la morte delle cellule. Il meccanismo fisiologico è molto complesso: i geni associati alla morte delle cellule sono a loro volta regolati da altri componenti, in particolare dalla cosiddetta via di segnalazione” della proteina Perk – una sorta di rete o percorso biologico che si attiva e che vede la partecipazione di molti componenti.